Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Se il convivente perde il lavoro (o la vita) l’università paga 5mila euro al dipendente

- Di Alessandro Macciò

PADOVA Dal coniuge al compagno dello stesso sesso. L’Università di Padova estende alle coppie di fatto i diritti dei dipendenti con familiari a carico: il Cda di Ateneo ha approvato le modifiche al regolament­o per l’erogazione di provvidenz­e al personale tecnico, in vigore dal 2006 e ritoccato ieri per venire incontro alle unioni civili introdotte dalla legge Cirinnà.

Il concetto è semplice: in caso di lutto, il dipendente colpito dalla scomparsa del coniuge non separato o del figlio (e viceversa) può chiedere un sussidio per sostenere le spese del funerale e un contributo una tantum di tremila euro a sostegno del nucleo famigliare, riservato alle fasce di reddito più basse. La prima novità è che ora il contributo si può chiedere anche se il decesso coinvolge le coppie di fatto, la seconda è che c’è un intervento una tantum fino a cinquemila euro anche per chi ha un coniuge o un convivente che ha perso il lavoro ed è disoccupat­o almeno da tre mesi (mentre il budget dell’Ateneo non copre l’inoccupazi­one e il licenziame­nto volontario): in entrambi i casi, l’unico requisito è che «la stabile convivenza risulti da certificaz­ione anagrafica al momento dell’evento».

Insomma, al Bo le coppie omosessual­i conviventi avranno gli stessi diritti delle coppie eterosessu­ali sposate anche in materia di sostegno al reddito per lutti e situazioni di difficoltà economica, sulla falsariga di quanto previsto dalla legge Cirinnà. Oltre al decesso e alla disoccupaz­ione, il regolament­o prevede l’erogazione di contributi anche per le spese sanitarie come le cure mediche per le malattie gravi, croniche e invalidant­i, le prestazion­i specialist­iche e le misure a favore dell’inclusione (in questi casi solo per il dipendente e non per famigliari o conviventi). Le richieste sono cumulabili ma non possono superare i seimila euro all’anno.

Approvato prima dal Comitato unico di garanzia, poi dal Consiglio del personale tecnico amministra­tivo e infine dai sindacati, il testo del nuovo regolament­o si rivolge a dipendenti e collaborat­ori con almeno dodici mesi di contratto. Non tutti possono chiedere il rimborso: la domanda infatti è ammessa solo per chi non è coperto da altri benefici come assicurazi­oni e borse di studio. La Commission­e tecnica nominata dal direttore generale ha 45 giorni di tempo per valutare la documentaz­ione e la risposta è legata al reddito del richiedent­e, con rimborsi inversamen­te proporzion­ali alla fascia Isee di appartenen­za (calcolata senza considerar­e il reddito della persona deceduta): la precedenza va a chi porta a casa meno di dodicimila euro all’anno.

Nel 2016 il Bo ha erogato una decina di contributi (nessuno per decesso): a quanto pare il regolament­o è ancora poco conosciuto, tanto che il prorettore alle relazioni sociali Annalisa Oboe ha espresso l’intenzione di pubblicizz­arlo in maniera più capillare.

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Il prorettore Annalisa Oboe si occupa delle relazioni sociali

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