Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Se il convivente perde il lavoro (o la vita) l’università paga 5mila euro al dipendente
PADOVA Dal coniuge al compagno dello stesso sesso. L’Università di Padova estende alle coppie di fatto i diritti dei dipendenti con familiari a carico: il Cda di Ateneo ha approvato le modifiche al regolamento per l’erogazione di provvidenze al personale tecnico, in vigore dal 2006 e ritoccato ieri per venire incontro alle unioni civili introdotte dalla legge Cirinnà.
Il concetto è semplice: in caso di lutto, il dipendente colpito dalla scomparsa del coniuge non separato o del figlio (e viceversa) può chiedere un sussidio per sostenere le spese del funerale e un contributo una tantum di tremila euro a sostegno del nucleo famigliare, riservato alle fasce di reddito più basse. La prima novità è che ora il contributo si può chiedere anche se il decesso coinvolge le coppie di fatto, la seconda è che c’è un intervento una tantum fino a cinquemila euro anche per chi ha un coniuge o un convivente che ha perso il lavoro ed è disoccupato almeno da tre mesi (mentre il budget dell’Ateneo non copre l’inoccupazione e il licenziamento volontario): in entrambi i casi, l’unico requisito è che «la stabile convivenza risulti da certificazione anagrafica al momento dell’evento».
Insomma, al Bo le coppie omosessuali conviventi avranno gli stessi diritti delle coppie eterosessuali sposate anche in materia di sostegno al reddito per lutti e situazioni di difficoltà economica, sulla falsariga di quanto previsto dalla legge Cirinnà. Oltre al decesso e alla disoccupazione, il regolamento prevede l’erogazione di contributi anche per le spese sanitarie come le cure mediche per le malattie gravi, croniche e invalidanti, le prestazioni specialistiche e le misure a favore dell’inclusione (in questi casi solo per il dipendente e non per famigliari o conviventi). Le richieste sono cumulabili ma non possono superare i seimila euro all’anno.
Approvato prima dal Comitato unico di garanzia, poi dal Consiglio del personale tecnico amministrativo e infine dai sindacati, il testo del nuovo regolamento si rivolge a dipendenti e collaboratori con almeno dodici mesi di contratto. Non tutti possono chiedere il rimborso: la domanda infatti è ammessa solo per chi non è coperto da altri benefici come assicurazioni e borse di studio. La Commissione tecnica nominata dal direttore generale ha 45 giorni di tempo per valutare la documentazione e la risposta è legata al reddito del richiedente, con rimborsi inversamente proporzionali alla fascia Isee di appartenenza (calcolata senza considerare il reddito della persona deceduta): la precedenza va a chi porta a casa meno di dodicimila euro all’anno.
Nel 2016 il Bo ha erogato una decina di contributi (nessuno per decesso): a quanto pare il regolamento è ancora poco conosciuto, tanto che il prorettore alle relazioni sociali Annalisa Oboe ha espresso l’intenzione di pubblicizzarlo in maniera più capillare.