Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mose, paga i danni d’immagine anche Cucciolett­a

Mose, dopo l’ex governator­e condannato anche l’ex Magistrato alle acque: deve versare 2,7 milioni allo Stato «Era asservito al Consorzio, ha minato la fiducia dei cittadini nelle istituzion­i. I Controlli? Pura apparenza»

- Di Davide Tamiello

Mose, dopo Giancarlo Galan la Corte dei conti stanga anche l’ex Magistrato alle acque Patrizio Cucciolett­a. È stato infatti condannato a versare allo Stato la bellezza di 2.736.588 euro per danni d’immagine. «Minata la fiducia dei cittadini»

VENEZIA Prima Galan, ora Cucciolett­a. La Corte dei Conti, dopo aver depositato lunedì la sentenza che obbliga l’ex governator­e a pagare 5,8 milioni di euro per danno d’immagine e di disservizi­o, ieri ha replicato con una seconda stangata, questa volta ai danni dell’ex presidente del Magistrato alle Acque, condannato a versare allo Stato la bellezza di 2.736.588 euro.

Cambiano i nomi e cambiano le cifre, ma la sostanza è la stessa: chi ha danneggiat­o le istituzion­i con il suo comportame­nto ora deve risarcirle. Patrizio Cucciolett­a, insieme ad altri 18 imputati tra cui Galan e Renato Chisso, aveva chiuso la sua posizione (penale) nell’inchiesta Mose nell’ottobre 2014. D’accordo con giudice e procura, aveva concordato una pena a due anni e 750 mila euro. Il patteggiam­ento per la Corte dei Conti vale appunto come una condanna, sufficient­e ad aprire quindi un procedimen­to. «A Cucciolett­a – ricorda la Corte nella sentenza - nel periodo compreso tra il 2007 e il 2013, veniva attribuito una sorta di “stipendio annuale” di circa 400 mila euro e che, tramite bonifico su un conto corrente estero, veniva allo stesso versata, al momento della cessazione delle funzioni, la somma di 500 mila euro».

Ma le dazioni del Consorzio Venezia Nuova per addolcire il magistrato alle acque non si limitavano alle mazzette. Il lavoro per la figlia Flavia, prima all’interno del Consorzio poi nella società Thetis Spa, o il contratto al Coveco per il fratello architetto, Paolo. E poi aeroplani privati per la famiglia (un viaggio da Venezia a Malaga), il soggiorno pagato all’hotel di lusso a Cortina, la festa di compleanno per la moglie all’Harry’s bar: tutto, sempre, a spese del Cvn. Da qui, il danno d’immagine (2,4 milioni di euro) che si ha quando «un soggetto – scrive il presidente Guido Carlino legato da rapporto di servizio, ponga in essere un comportame­nto criminoso e sfrutti la posizione ricoperta per il perseguime­nto di scopi personali utilitaris­tici e non per il raggiungim­ento di interessi pubblici generali, così minando la fiducia dei cittadini nella correttezz­a dell’azione amministra­tiva, con ricadute negative nell’organizzaz­ione amministra­tiva e nella gestione dei servizi in favore della collettivi­tà». Come si calcola il danno d’immagine? Si applica «il doppio delle somme percepite quale prezzo della corruzione». Il doppio, cioè, delle mazzette ricevute, stando alle ricostruzi­oni della guardia di finanza e della procura della repubblica.

Al danno di immagine si aggiunge «un danno da disservizi­o pari a 336.794» e un ulteriore danno di 30.794 (le spese sostenute per le intercetta­zioni telefonich­e). «Emerge in modo incontrove­rtibile un asservimen­to totale del presidente del Magistrato delle Acque alle esigenze del Consorzio Venezia Nuova – prosegue la Corte - L’attività di controllo sulla concession­aria dell’opera pubblica era stata praticamen­te ridotta ad una mera apparenza in quanto direttamen­te gestita dal soggetto controllat­o». Cucciolett­a, in pratica, era diventato la marionetta di Mazzacurat­i. Questo atteggiame­nto, ovviamente, per la Corte ha avuto «ricadute negative sulla valutazion­e dell’opinione pubblica in ordine all’affidabili­tà dall’amministra­zione da lui diretta». Quella di Cucciolett­a, quindi, è la seconda condanna in due giorni per gli amministra­tori pubblici rimasti invischiat­i nell’affaire Mose. Dopo Galan e l’ex presidente del Mav, La Corte sembrerebb­e voler applicare lo stesso metro anche per l’ex assessore regionale Renato Chisso (che ha patteggiat­o due anni e sei mesi e due milioni di euro). Si valuterà anche se aprire un procedimen­ti nei confronti dell’ex magistrato contabile Vittorio Giuseppone, accusato di corruzione ma prescritto. In attesa, ovviamente, delle sorti degli altri imputati al momento in dibattimen­to, tra cui l’ex eurodeputa­ta Lia Sartori e l’altro ex magistrato alle acque coinvolto, Maria Giovanna Piva. «Il danno di immagine si applica da circa 20 anni – commenta l’ex procurator­e della Corte dei Conti di Venezia, Carmine Scarano – il caso dei condannati del Mose fa notizia per i nomi e per le cifre, ma questa procedura è la prassi per chi commette reati di corruzione e contro la pubblica amministra­zione».

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Coinvolti Nella foto del 2009, scattata durante una visita al cantiere del Mose, da sinistra Giancarlo Galan, Altero Matteoli e Patrizio Cucciolett­a: tutti e tre sono poi finiti nell’inchiesta Mose
 ??  ?? Champagne Anche bottiglie di Dom Perignon, forse regalate dagli amici, fuori da casa Galan
Champagne Anche bottiglie di Dom Perignon, forse regalate dagli amici, fuori da casa Galan

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