Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Luca Claudio lascia il carcere per i domiciliari
PADOVA Luca Claudio, l’ex sindaco di Abano che il 20 dicembre aveva patteggiato 4 anni per la «Tangentopoli delle Terme», ieri ha lasciato il carcere di Padova per la prima volta dal 23 giugno, passando agli arresti domiciliari a Porto Levante, in Polesine. E’ il nuovo indirizzo di Claudio, che per uscire di prigione ha dovuto cercare un appartamento in affitto il più lontano possibile da Abano, come aveva imposto ai difensori il giudice Tecla Cesaro. E quelle indicazioni gli avvocati Ferdinando Bonon e Giovanni Caruso le hanno seguite in pieno. Nel presentare al giudice la richiesta di scarcerazione, avevano proposto i domiciliari nella casa che l’ex sindaco ha a Mezzavia di Montegrotto o, in alternativa, in un agriturismo sui colli Euganei consigliato dal fratello Marco. Ma di fronte al «no» del giudice, che aveva posto come condizione necessaria l’allontanamento di Claudio dalla zona termale — anche per impedirgli di influenzare le prossime elezioni di Abano —, consigliando anche di trovare un posto fuori provincia, lunedì scorso i due penalisti avevano indicato l’ipotesi di un appartamento a Porto Viro, in Polesine.
Luogo battezzato «idoneo» dal gip e che sommato al «significativo lasso di tempo» passato in carcere dal polito gli ha permesso di lasciare il carcere dopo più di nove mesi. Nella sua nuova casa potrà incontrare solo la moglie, i figli e i genitori. Nessun’altro potrà fargli visita, anche perché i guai per lui — che ha patteggiato per aver intascato in otto anni 524mila euro di mazzette frutto del 15% pagato sul valore delle gare d’appalto, dagli imprenditori per poter lavorare ad Abano e Montegrotto — non sono ancora finiti. La Procura ha già chiesto un altro processo per Claudio, per una tangente da 280mila euro che avrebbe dovuto incassare per pilotare la gara di bonifica di una discarica a Giarre. Un bando da 2,8 milioni.