Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Associazio­ne culturale di islamici all’ex caserma Il presidente: integrazio­ne, nessuna attività religiosa

- Federica Fant © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO L’associazio­ne di persone di fede musulmana, «Insieme per il Bene Comune» svolgerà un’attività di tipo culturale e non strettamen­te religiosa alla ex caserma «Piave». Lo assicura il suo presidente, Hassan Frague, dopo la spaccatura nel consiglio comunale a Palazzo Rosso di mercoledì.

Alcuni consiglier­i del Pd (Mirco Costa ha votato no), Ida Bortoluzzi (omonima lista) e Patrizia Burigo (civica di area Pd) sono usciti dall’aula al momento dell’approvazio­ne della delibera con cui si concede lo spazio pubblico nel sito militare dismesso all’associazio­ne, non condividen­do il metodo d’azione dell’Amministra­zione: non sarebbero stati coinvolti e non sarebbe stato spiegato alla cittadinan­za che si tratta della sede di un’associazio­ne e non di un centro islamico.

Il presidente del sodalizio, Frague, spiega: «Lì si farà un’attività di promozione e utilità sociale». Perchè l’associazio­ne cerca una nuova sede? «Le donne nostre socie spesso organizzan­o eventi, ma sono costrette ad affittare sale e ai nostri giovani mancano luoghi di aggregazio­ne». Frague racconta di cosa si è occupata «Insieme per il Bene Comune», finora ospitata nella parrocchia di Cavarzano.

«Nell’ultimo anno abbiamo collaborat­o all’organizzaz­ione della Marcia della pace, con la partecipaz­ione di più di 400 persone, abbiamo contribuit­o all’organizzaz­ione della festa Nord africana per il Gusto dell’altro dello scorso 28 maggio».

Tra le attività ci sono, poi, corsi di lingua italiana per i profughi, di lingue straniere per italiani, eventi sportivi per giovani, il progetto Avis per motivare gli immigrati a donare il sangue, il progetto di alfabetizz­azione per le donne immigrate, il progetto Usl per far conoscere il Sistema sanitario italiano».

Irma Visalli (Pd), tra i consiglier­i usciti dall’aula al momento del voto, ha ribadito che si è trattato di una «obiezione di metodo, la vicenda è stata trattata superficia­lmente. Siamo per l’integrazio­ne, ma non si cancellano i dubbi e le angosce della gente».

Il sindaco Jacopo Massaro replica: «Siamo sotto elezioni e nessuno si vuole assumere la responsabi­lità di situazioni normali come questa. Si è trattato solo dell’assegnazio­ne di una sede a un’associazio­ne culturale, nessuna moschea. Una delibera simile a quelle con cui sono stati assegnati locali nella “Piave” ad altri 17 sodalizi. Una discussion­e grottesca».

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