Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Associazione culturale di islamici all’ex caserma Il presidente: integrazione, nessuna attività religiosa
BELLUNO L’associazione di persone di fede musulmana, «Insieme per il Bene Comune» svolgerà un’attività di tipo culturale e non strettamente religiosa alla ex caserma «Piave». Lo assicura il suo presidente, Hassan Frague, dopo la spaccatura nel consiglio comunale a Palazzo Rosso di mercoledì.
Alcuni consiglieri del Pd (Mirco Costa ha votato no), Ida Bortoluzzi (omonima lista) e Patrizia Burigo (civica di area Pd) sono usciti dall’aula al momento dell’approvazione della delibera con cui si concede lo spazio pubblico nel sito militare dismesso all’associazione, non condividendo il metodo d’azione dell’Amministrazione: non sarebbero stati coinvolti e non sarebbe stato spiegato alla cittadinanza che si tratta della sede di un’associazione e non di un centro islamico.
Il presidente del sodalizio, Frague, spiega: «Lì si farà un’attività di promozione e utilità sociale». Perchè l’associazione cerca una nuova sede? «Le donne nostre socie spesso organizzano eventi, ma sono costrette ad affittare sale e ai nostri giovani mancano luoghi di aggregazione». Frague racconta di cosa si è occupata «Insieme per il Bene Comune», finora ospitata nella parrocchia di Cavarzano.
«Nell’ultimo anno abbiamo collaborato all’organizzazione della Marcia della pace, con la partecipazione di più di 400 persone, abbiamo contribuito all’organizzazione della festa Nord africana per il Gusto dell’altro dello scorso 28 maggio».
Tra le attività ci sono, poi, corsi di lingua italiana per i profughi, di lingue straniere per italiani, eventi sportivi per giovani, il progetto Avis per motivare gli immigrati a donare il sangue, il progetto di alfabetizzazione per le donne immigrate, il progetto Usl per far conoscere il Sistema sanitario italiano».
Irma Visalli (Pd), tra i consiglieri usciti dall’aula al momento del voto, ha ribadito che si è trattato di una «obiezione di metodo, la vicenda è stata trattata superficialmente. Siamo per l’integrazione, ma non si cancellano i dubbi e le angosce della gente».
Il sindaco Jacopo Massaro replica: «Siamo sotto elezioni e nessuno si vuole assumere la responsabilità di situazioni normali come questa. Si è trattato solo dell’assegnazione di una sede a un’associazione culturale, nessuna moschea. Una delibera simile a quelle con cui sono stati assegnati locali nella “Piave” ad altri 17 sodalizi. Una discussione grottesca».