Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tagli alla Protezione civile Reperibilità notturna ridotta
Via 4 dei sei addetti, la Provincia reagisce. Emergenze a rischio
BELLUNO I dipendenti non bastano più, addio alla reperibilità della Protezione civile in caso di emergenza. La sospensione, decretata dalla Provincia con un atto della presidente Daniela Larese Filon il 21 febbraio, è dovuta al trasferimento di quattro dei sei dipendenti provinciali che attivavano la sala operativa e si occupavano dei sopralluoghi sui luoghi dell’emergenza. Il contratto prevede la reperibilità per un massimo di 6 giorni mensili per dipendente. Così, con la coppia di esperti rimasta in servizio, non si può coprire tutto il mese e l’applicazione delle reperibilità notturne sarà sospesa.
Si rischiano risposte tardive in caso di allarme fuori dall’orario di lavoro canonico dei dipendenti, per esempio nell’eventualità di una frana o di un cedimento dovuto alle piogge torrenziali. Il provvedimento è stato comunicato con una lettera inviata a Comuni, Prefettura, vigili del fuoco e agli enti che intervengono in caso di problemi di protezione civile: di fatto la rodatissima macchina che consente di gestire con tempestività le emergenze legate al maltempo perde un pezzo.
Dopo il nodo della gestione ordinaria delle strade da parte di«Veneto Strade», risolto con una lettera in cui si garantiscono i trasferimenti necessari per il 2017, rimane aperto quello relativo alla gestione degli interventi d’emergenza.
«Interrompere un servizio del genere è un pessimo segnale, così non si può andare avanti» ha commentato la vicepresidente della Provincia, Serenella Bogana. Si aprono problemi di coordinamento: sono 32 le sigle che - a vario titolo operano nel campo della protezione civile e ci si chiede chi gestirà gli allertamenti in orario serale e notturno. Non sono pochi i casi di interventi notturni: in più casi, la frana di Acquabona si è risvegliata di notte e anche la colata-killer di San Vito di Cadore (era l’agosto 2015) aveva colpito con il buio.
Dalla Regione avrebbero dato rassicurazioni su forme di riattivazione delle reperibilità. Palazzo Piloni attende con fiducia e, intanto, rivendica l’applicazione della legge 25 sulla Specificità (più autonomia) del Bellunese, col trasferimento di deleghe e risorse che, nella visione dell’ente, ridarebbero capacità operativa alla Provincia.