Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Berlato, la moglie e il genero assunti all’Europarlamento «Tutto in regola, erano miei assistenti»
VENEZIA Dopo il caso di François Fillon e sua moglie Penelope, che ha terremotato le elezioni francesi, il Segretariato generale del Parlamento Europeo e l’Olaf, l’ufficio anti frode europeo, stanno passando al setaccio assistenti e collaboratori degli europarlamentari sospettati di aver assunto in questi anni, a spese del contribuente, parenti e amici nel loro staff. Nel mirino ci sono - paradossalmente - molti esponenti del fronte euroscettico, da Marine Le Pen a Nigel Farage passando per i gemelli Kaczynski, mentre in Veneto finisce sotto la lente Sergio Berlato, da sempre votatissimo paladino dei cacciatori, oggi consigliere regionale dei Fratelli d’Italia dopo che già è stato assessore nella giunta Galan, ma per tre legislature, dal 1999 al 2014, deputato a Strasburgo sotto il vessillo di Alleanza Nazionale, del Popolo delle Libertà e di Forza Italia. Dagli archivi di Bruxelles, infatti, emerge che Berlato fece assumente dal Parlamento Ue, per poi assegnarli al suo staff come «local assistent» (dunque senza obbligo di lavorare a Bruxelles o a Strasburgo), sia la moglie Nicoletta Brigato che il genero Vincenzo Forte, marito della figlia Sara, oltre all’eterno braccio destro Maria Cristina Caretta, presidente di Confavi. «Tutto vero - ammette Berlato - e tutto perfettamente in regola. E non sarebbe potuto essere altrimenti, visto che i contratti relativi all’assunzione degli assistenti vengono preparati e conclusi dall’europarlamento, previa verifica delle incompatibilità e sempre all’istituzione spetta la gestione delle buste paga. Nel mio caso nessuno ha mai sollevato alcuna obiezione negli anni passati e non sono coinvolto in alcuna indagine neppure oggi perché l’europarlamento persegue chi ha assunto collaboratori fittizi, che mai hanno davvero lavorato per gli eurodeputati. Il che non è il mio caso». Berlato spiega che la moglie «dal lontano 1989 è la mia principale collaboratrice, seguendo tutta la parte social e web della mia attività, oltre ovviamente alle campagne elettorali» mentre Forte «lavorava con me da ben prima di sposare mia figlia, cosa che è accaduta solo tre anni dopo la sua assunzione. Le dirò di più: è proprio lavorando per me che Vincenzo che ha conosciuto Sara». Nel database ParlTrack, il maxi archivio che conserva tutti i dati dell’attività degli europarlamentari presenti e passati, Brigato e Forte risultano assunti dal 2009 al 2014, una circostanza smentita dal consigliere regionale secondo cui la moglie fu pagata dall’europarlamento dal 1999 al 2006 mentre il (futuro) genero dal 2009 al 2014. Quanto? «La paga era quella standard uguale per tutti gli assistenti, 2.700 euro lordi al mese per dodici mensilità». Resta da chiarire quanto al contratto di Forte, e non è proprio un dettaglio di poco conto, il fatto che proprio dal 2009 in avanti l’europarlamento ha vietato l’assunzione dei parenti (divieto che vige da tempo, giusto a titolo di curiosità, anche in consiglio regionale). «Guardi, le ripeto: proprio il fatto che sia tutto pubblico, tracciato, dimostra la mia assoluta buona fede e la regolarità di quanto fatto. Chi non è in buona fede, qui a Venezia come a Strasburgo come a Roma, sa che fa? Si accorda con un collega: tu assumi mia moglie e io assumo tua figlia, così gli incroci sono meno evidenti. Così funziona, se uno vuol fare il furbo». Berlato è convinto che queste informazioni stiano trapelando nel tentativo di delegittimarlo e in chiusa ricorda sibillino: «Sa chi feci assumere dall’europarlamento insieme a mia moglie nel 1999? L’attuale assessore al Lavoro e all’Istruzione Elena Donazzan...».