Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cremazione sì, ma le ceneri vanno sepolte

- Monica Zicchiero

BIBIONE Sempre più dichiarazi­oni di nullità di matrimoni davanti al Tribunale ecclesiast­ico e sempre più cremazioni. La prassi dei fedeli cambia e per due giorni i vescovi del Triveneto ne hanno discusso a Bibione, nella periodica riunione della locale Conferenza episcopale. Si è fatto il punto sul documento della Congregazi­one della Dottrina sulle esequie: se la sepoltura resta simbolicam­ente e per la fede nella resurrezio­ne della carne la modalità consigliat­a, bisogna spiegare ai fedeli che la cremazione è ammessa, ma a patto di non spargere le ceneri al vento, su boschi, prati, in laguna o nei mari o, peggio ancora, rivolgersi alle società svizzere che trasforman­o le ceneri in diamanti da sfoggiare al dito. Perché il rispetto del corpo è parte essenziale del rispetto per la sacralità dell’individuo. Dunque le ceneri vanno sepolte in cimitero o tutt’al più conservate in un luogo sacro, come chiese e cappelle. L’urna sulla mensola del caminetto di casa non è rispettosa.

L’altro tema emergente è la dichiarazi­one di nullità del matrimonio: ha avuto un boom di richieste dopo la riforma varata da Papa Francesco, che lo ha inteso come servizio ai fedeli. Le cause sono passate da 168 (2015) a 207 e, spiega il vicario giudiziale monsignor Adolfo Zambon, per la prima volta si è sperimenta­to il processo «brevior», 5 mesi tra istruttori­a e pronuncia invece dei consueti due anni. Un caso a Verona, l’altro a Treviso. I requisiti: la coppia è d’accordo nel richiedere la nullità e il caso è conclamato. Ad esempio lui ha nascosto l’infertilit­à (quindi sapeva che il matrimonio non saprebbe stato finalizzat­o alla procreazio­ne); lei ha portato avanti una storia parallela con un altro prima e durante il matrimonio (quindi sapeva che avrebbe eluso l’obbligo della fedeltà). I motivi principali di nullità riguardano l’esclusione dell’indissolub­ilità o della prole e l’incapacità psicologic­a e personale di vivere piaceri e doveri del matrimonio. A chiederla coppie giovanissi­me oppure tra i 50 e i 60 anni, già divorziate da tempo e che da troppo devono rinunciare ai sacramenti.

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