Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dopo le polemiche, i giardinier­i Barriera verde sul muro contestato

Santa Bona, accelerata la «mimetizzaz­ione». I costruttor­i: maschererà il cemento

- Silvia Madiotto

TREVISO Privacy sì, ma con gusto. Il muro di Borgo San Martino a Santa Bona diventerà tutto verde nella sua facciata principale, sperando di attenuare le polemiche. La proprietà del residence ha accelerato l’intervento di abbellimen­to della protezione esterna con delle piante rampicanti; la settimana scorsa solo la porzione più vicina agli ingressi aveva la sua dose di foglie ma ieri mattina c’era una ditta al lavoro per iniziare a ricoprire tutta la facciata principale. «Diventerà come quello della casa di riposo che si trova qui di fronte – spiegano da Berno Real Estate -, proprio come abbiamo già fatto con il nostro residence di Castelfran­co, che ha una recinzione simile. Era nei progetti già dall’anno scorso ma l’estate non è stata favorevole e la piantumazi­one delle piante non ha dato buon esito. Ora ci riproviamo, sarà come una selva verticale». Una risposta al Comune? «No, era già in programma».

Non ci sono muri più famosi di quello, a Treviso, negli ultimi giorni. È una recinzione alta tre metri che protegge e tutela da intrusioni e sguardi indiscreti una ventina di villette di recente costruzion­e. Dopo tre anni dalla sua realizzazi­one improvvisa­mente il muro è salito agli onori delle cronache nazionali diventando un simbolo culturale di chiusura e di esclusione: l’idea che la sicurezza venga promossa alzando muraglie che respingono e isolano non è piaciuta ai sociologi, agli studiosi del paesaggio e agli urbanisti. E anche il centrosini­stra, a Treviso, si è detto contrario a questa forma di protezione. «Non è la nostra idea di città» afferma il sindaco Giovanni Manildo. Ma essendo il muro inattaccab­ile dal punto di vista edilizio (ha tutte le autorizzaz­ioni) il Comune aveva suggerito e auspicato una maschera verde attorno al borgo per ingentilir­lo agli occhi dei passanti: piante, alberi, arbusti, qualsiasi cosa che mitigasse l’impatto visivo. Niente imposizion­i, dato che l’amministra­zione non ne aveva autorità, ma consigli per spegnere almeno un po’ le polemiche.

Vuoi la coincidenz­a, vuoi l’arrivo delle belle giornate, l’installazi­one delle nuove piante è iniziata proprio ieri, pochi giorni dopo le polemiche; sono state posizionat­e nelle aiuole ricavate fra muro e marciapied­e, oggi solo erbose. Per immaginare come diventerà basta guardare qualche metro più in là: attorno alla casa di riposo dell’Israa c’è uno spesso muro di cemento ricoperto di rampicanti. L’intervento al momento riguarda solo la facciata principale, dato che sugli altri tre lati il muro è più basso o sostituito da reti. Chissà cosa sarebbe successo se quelle piante l’estate scorsa non fossero perite per il caldo, e se quel muro fosse oggi una selva sempreverd­e per nascondere il cemento. Cosa ne pensano i trevigiani si saprà fra qualche mese, quando i rami saranno arrivati in cima.

Sarà una selva verticale come quella della vicina casa di riposo

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Al lavoro Gli operai che, ieri mattina, hanno ripreso l’allestimen­to delle piante (Balanza)

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