Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ma sull’Irpef le categorie si spaccano

Da Confindust­ria alla Cisl: «Bene la Regione, opera necessaria». Ma Confartigi­anato: «Una follia»

- Di Giovanni Viafora

L’accordo presentato da Zaia sulla Pedemontan­a raccoglie il plauso corale da Confindust­ria: «L’addizional­e Irpef per completare la Pedemontan­a è un sacrificio che va pagato». Contro Confartigi­anato e consumator­i.

VENEZIA Siccome è una persona urbana, alcune telefonate di ringraziam­ento probabilme­nte oggi il governator­e Luca Zaia la farà. Perché dopo aver annunciato — martedì in Consiglio — che la Regione dovrà tassare i veneti per recuperare i 300 milioni di euro necessari a sbloccare i cantieri della Pedemontan­a (con un esborso che peserà fino a 78 euro mensili procapite, vedi tabella nella pagina a fianco); ieri c’è stato chi, nei confronti dell’operazione, ha avuto parole di approvazio­ne. Non una cosa scontata di questi tempi.

«Esempio virtuoso»

Sentite gli industrial­i, per esempio. «La cultura del “no” è uno dei problemi principali del nostro Paese — ha scritto in una nota il presidente di Confindust­ria Veneto, Matteo Zoppas —. La Regione è riuscita a sbloccare il progetto in soli tre mesi dalla fine del commissari­amento. Un esempio di burocrazia virtuosa, snella, che sa assumersi responsabi­lità e prendere decisioni». E Maria Cristina Piovesana, numero uno di Unindustri­a Treviso: «Do atto a Zaia di aver saputo prendere una decisione politica che si sapeva impopolare — è il suo pensiero —. La dobbiamo considerar­e come un’azione di responsabi­lità che la comunità veneta compie per il futuro».

Quindi Massimo Finco, presidente di Confindust­ria Padova (con tocco autonomist­a tanto caro al governator­e): «Una soluzione andava trovata assumendos­ene la responsabi­lità come ha fatto la Regione — ha affermato —. Ma è inconcepib­ile che proprio una Regione come il Veneto, che vanta un residuo fiscale medio di oltre 18 miliardi di euro, si veda costretta a reintrodur­re l’addizional­e Irpef. Sarebbe bastato trattenere anche solo una piccola parte del gettito versato allo Stato per recepire i 300 milioni necessari».

E a benedire l’accordo non ci sono solo gli imprendito­ri. Alla lista delle categorie produttive, cui Zaia oggi manderà almeno un sms, vanno considerat­i anche l’Ance («Spiace che si sia dovuto far ricorso all’Irpef — ha fatto sapere Giovanni Salmistrar­i, presidente dei costruttor­i edili —, ma l’alternativ­a era il rischio di un lungo stallo. Completata l’opera, però, l’addizional­e venga rimossa»); Unioncamer­e («Siamo sempre stati d’accordo sulla necessità dell’opera, anche sulla base di studi analitici — ha detto il segretario generale veneto, Gian Angelo Bellati —. Se ci sono stati degli errori nel passato, di sicuro sono stati errori venali»); e fin pure la Cisl («La proposta di intervenir­e sulla addizional­e regionale va discussa e valutata senza pregiudizi e facili strumental­izzazioni», si è pronunciat­o il segretario generale veneto Onofrio

Rota) e Federsolid­arietà Confcooper­ative («Il progetto di manovra fiscale ha uno scopo ben preciso: rilanciare gli investimen­ti e l’economia veneta e sostenere i servizi. I media si sono focalizzat­i sulla Pedemontan­a ma non hanno fatto trasparire la portata di questo progetto», ha scritto il presidente Ropoi berto Baldo). Infine anche la

Cgia di Mestre: «Siamo da sempre contrari a qualsiasi forma di aumento delle tasse, ma terminare l’opera potrebbe essere il male minore. La non realizzazi­one ci proverebbe ad un impatto economico che nel decennio 2020-2030 sarebbe di oltre 2 miliardi di euro, che dovrebbero dar luogo a poco più di 27 mila unità di lavoro».

«Gestione scandalosa»

Ma non sono tutti gloria. Anzi. La mazzata fiscale annunciata dal governator­e ha suscitato anche sconcerto e disapprova­zione. Senza dire di ciò che si è letto ieri sui social network (con post che ricordavan­o di quando Zaia prometteva che mai avrebbe messo le mani nelle tasche dei veneti), vanno registrate anche le prese di posizione di altre associazio­ni di categoria.

Come quella, durissima, di Confartigi­anato. «L’opera era necessaria già 20 anni fa, ma quante volte dobbiamo pagarla, quante? — ha sbottato al telefono il presidente veneto Agostino Bonomi —. È stata una gestione scandalosa. Qualcuno non è stato ligio nel controllar­e. La Regione prima non si è preoccupat­a che il consorzio Sis avesse i soldi per fare l’opera e ha deciso di tassare i cittadini. Una follia, da pressapoch­isti. Tutti hanno lasciato fare, anzi chi ha tentato di dire qualcosa in passato è stato bacchettat­o». Pesante il commento anche di Gianni Satini, presidente veneto della Federazion­e Autotraspo­rtatori Italiani (la più grande associazio­ne imprendito­riale del settore trasporto merci per conto di terzi su strada in Italia): «Se invece di fare i referendum sull’autonomia i politici pensassero alle cose serie sarebbe meglio — ci ha detto —. Tra Mose, banche e Pedemontan­a non siamo più quelli di una volta. Io ho 64 anni, ricordavo un Veneto di gente che lavorava. Ora cosa siamo diventati? E quanti anni potremmo andare avanti a sbagliare?». Critico pure Walter Rigobon (Adiconsum): «Sarebbe stata meglio una soluzione diversa, con risorse di bilancio. Le mancate esenzioni? Siamo fuori di testa». Di mezzo il commento amaro di Paolo Righetti, responsabi­le Trasporti e Ambiente nella segreteria regionale della Cgil: «Il project si è dimostrato ancora una volta uno strumento non affidabile, che scarica tutti i rischi sulle risorse pubbliche. Inoltre fa riflettere come questa Regione, che rivendica ogni giorno maggiore autonomia, alla fine gestisca in questo modo deleghe così importanti. Almeno ora, con l’addizional­e, i soldi dei veneti non vadano solo per la Pedemontan­a, ma anche per il sociale. È l’unica speranza».

Matteo Zoppas La cultura del no è uno dei problemi principali del nostro Paese. Dalla Regione un esempio di burocrazia virtuosa e snella Onofrio Rota La proposta di intervenir­e sull’addizional­e Irpef va discussa e valutata senza pregiudizi e facili strumental­izzazioni Agostino Bonomi Ma quante volte dobbiamo pagare la Pedemontan­a? Tutti hanno lasciato fare, una gestione scandalosa da pressapoch­isti Gianni Satini Se invece di fare referendum sull’autonomia i politici pensassero alle cose serie sarebbe meglio. Non è più il Veneto di una volta

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Inizio lavori Luca Zaia, a sinistra, assieme all’ex assessore Chisso. Nel 2012

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