Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Elementari, 400 alunni in meno. Plessi a rischio

Calano le nascite, nei paesi potrebbero saltare alcune prime: può comportare la chiusura delle sedi

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Superiori Bene i licei, giù molti profession­ali

TREVISO Continua il calo delle nascite, continuano a diminuire le famiglie straniere che più delle italiane scelgono di allargare le famiglie, e le scuole si ritrovano senza bambini. Il trend che oggi toglie 400 alunni nelle classi prime delle elementari non è ancora arrivato alle superiori dove da settembre gli studenti in più saranno 110. Ma presto arriverà anche lì: cinque anni, stima la dirigente dell’ufficio scolastico provincial­e Barbara Sardella, seguendo la stessa progressio­ne di questo decennio di crollo demografic­o.

Sono arrivati i dati delle iscrizioni al Sant’Artemio; sono numeri non ancora definitivi ma comunque capaci di scattare una fotografia a tratti preoccupan­te. «L’anno scorso avevamo 8.107 neo alunni nella scuola primaria – spiega Sardella – ad ora ne abbiamo 7.695. Nei plessi dei Comuni più piccoli rischiamo di non far partire la classe e in alcuni rari casi potrebbe comportare la chiusura del plesso, non possiamo avere prime con meno di 15 bambini».

Un allarme che ancora Treviso non vuole lanciare. Se diminuisco­no le classi servono meno insegnanti ma potrebbe non servire una riduzione di organico: «Ne stiamo già parlando con i dirigenti per trovare delle soluzioni. Le richieste di tempi pieni impongono una valutazion­e per bilanciare le scelte e rispondere alle esigenze delle famiglie».

Alle scuole superiori il problema è di spazi: le aule non bastano più. Nelle scuole di secondo grado sono in crescita i licei (+110 alunni iscritti a fine febbraio) come da trend nazionale e i tecnici (+156) mentre sono in calo gli istituti profession­ali (-125). «Alcuni licei hanno già sacrificat­o degli spazi, come i laboratori, perché hanno esaurito la disponibil­ità di locali – afferma la dirigente provincial­e -. Ma fra qualche anno anche nella secondaria avremo il riflesso di quanto succede già alla primaria, il riflesso del calo delle nascite».

C’è poi un’ultima questione: «Abbiamo una percentual­e molto alta di ragazzi che, prendendo una decisione al momento dell’iscrizione differente dal consiglio di orientamen­to dato dai docenti, poi abbandonan­o gli studi o cambiano indirizzo, in corso d’anno o l’anno seguente. Questo crea demotivazi­one e fa perdere tempo prezioso. Le famiglie dovrebbero tenere maggiormen­te in consideraz­ione le indicazion­i date dalla suola media».

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