Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
SE IL WELFARE LO FA L’IMPRESA
L’impresa che fa welfare al posto dello Stato, supplisce a lacune del pubblico ormai croniche e offre un’opportunità ai lavoratori che sognano di allargare la famiglia. Così il gruppo vicentino Brazzale offre un bonus da 1.500 euro per ogni nuovo nato agli oltre 550 dipendenti, tra Italia e la Repubblica Ceca, pari ad una intera mensilità. Il bonus, attivo già da questo mese, sarà garantito per ogni nuovo bambino nato durante il rapporto di lavoro con l’impresa. Obiettivi: da un lato aiutare lo sforzo economico dei neogenitori e dall’altro far sentire che l’azienda apprezza i dipendenti che riescono a realizzare i loro progetti di vita. Di più. Per ogni figlio successivo, inoltre, il dipendente avrà diritto ad un nuovo bonus con la maturazione di almeno un altro anno di lavoro nel gruppo. A livello nazionale invece è ancora allarme demografico. Cosa ancora più preoccupante, il domani. Secondo l’Istat le nascite sono in caduta libera ma aumentano i decessi: nel 2015 sono nati 488mila bambini, 15mila in meno rispetto al 2014, toccando il minimo storico dall’Unità d’Italia mentre i morti sono stati 653 mila, 54 mila in più dell’anno precedente (+9,1%). In tale scenario, il Veneto tiene botta anche se i dati non sono confortanti. Intanto un distinguo: gli anziani resistono, i giovani fanno la valigia. Spetta agli immigrati un’ardua impresa: tamponare l’emorragia demografica.
Fra 2007 e 2016 - secondo un recente studio della Fondazione Leone Moressa - la popolazione veneta è cresciuta del 3,3%. Particolare: il merito non è degli italiani ma degli stranieri. Ai veneti spetta un saldo negativo nel rapporto sia fra nascite e decessi (meno 89.735), sia fra arrivi e partenze (meno -24.785: totale meno 114.000), tanto da ottenere un apporto alla crescita pari a meno 2,4%. Dagli immigrati arrivano invece risultati positivi sia nel saldo naturale (80.223) che in quello migratorio (192.120: totale più 272.000). L’aumento demografico è del più 5,8%.
In Veneto non è la mortalità che aumenta ma la natalità che cala. Almeno due le cause: da una parte il clima di incertezza occupazionale che certo non induce a fare figli; dall’altra, il fatto che ci sono sempre meno donne in età feconda . Spicca il caso Venezia: il crollo degli italiani (meno 24.242, a cui si aggiunge un meno 4.591 di saldo migratorio), seguito da quello di Padova (meno 13.434, al quale si somma un ulteriore 2.030). I nati stranieri sul totale delle nascite (20,9%) fanno del Veneto invece la terza regione dietro dietro Emilia Romagna e Lombardia: fra 2007 e 2016 i migranti sono aumentati del 51,5% e oggi rappresentano il 10,1% della popolazione. Se questa realtà non dovesse cambiare, nel Veneto che verrà ci saranno sempre più anziani e meno giovani di casa nostra ma lieviteranno gli stranieri.