Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cassamarca, il Bo contro i tagli «De Poli ci venga incontro»

L’ateneo: «Avanziamo 2,5 milioni». Il presidente: avanti un passo alla volta

- Nicola Zanetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Luca Antonini «È difficile dettare le condizioni quando si ha un debito con il proprio interlocut­ore»

Gianfranco Gagliardi «Comunque si potrà cambiare qualcosa, l’importante è far quadrare i conti»

TREVISO «Andiamo avanti, un passo alla volta. Non mi fascio la testa prima che sia rotta». Il mantra di Dino De Poli? Affrontare senza allarmismi i gravi problemi di Fondazione Cassamarca. Ma non è semplice nemmeno per il presidente, visto che l’appuntamen­to più vicino è quello sul quale si gioca gran parte del futuro dell’ente: le commission­i paritetich­e per discutere la rinegoziaz­ione delle convenzion­i con le Università, punto cruciale del piano di spending review presentato mercoledì al Consiglio di Indirizzo.

Da una parte gli atenei, dall’altra Ca’ Spineda. Due round, con Bo e Ca’ Foscari, a fine marzo ed inizio aprile. Da qui non si può scappare, fanno intendere da piazza San Leonardo: le casse sono vuote, non è più possibile sobbarcars­i per intero i costi come un tempo. C’è da recuperare 1,2 milioni di euro per riassestar­e il bilancio di previsione 2017, e se si deve risparmiar­e si partirà proprio dall’azzerament­o della forbice fra tasse universita­rie e monte stipendio dei docenti.

I vertici con Padova e Venezia nascono per capire quanto le proposte siano attuabili: il primo è previsto l’ultima settimana del mese nella città del Santo, ed i segnali, pur prudenti, sono precisi. «C’è fiducia nelle persone, credo si troverà una soluzione – spiega il prorettore dell’Università di Padova Tommaso Patarnello – ma Fondazione dovrà venirci incontro. Parliamo di una convenzion­e decennale, non è pensabile cancellare tutto. Soprattutt­o se consideria­mo il credito di 2,5 milioni di euro che avanziamo dall’ente».

Il medesimo concetto espresso dal consiglier­e Luca Antonini, critico con le misure per i tagli. «È difficile dettare condizioni quando si ha un debito con il proprio interlocut­ore». Insomma, la ricetta di Ca’ Spineda sembra destinata ad una revisione. E Gianfranco Gagliardi, che sta conducendo la trattativa per conto del Cdi, apre la porta. «Si può cambiare qualcosa – sottolinea - l’importante è far quadrare i conti, in un modo o nell’altro. È una questione di sostenibil­ità».

C’è il rischio infatti di non poter materialme­nte provvedere a quanto stabilito dalla convenzion­e, e lo scenario peggiore diventereb­be un contenzios­o legale. «Non voglio nemmeno pensarci, io sono ottimista». Un passo alla volta, come chiede De Poli. Già pronto, invece, a far morire la controprop­osta moralizzat­rice di Antonini, ovvero congelare i compensi degli organi dirigenti. «Non è un mio dilemma – sentenzia il presidente – ma solo l’opinione di una singola persona».

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