Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cassamarca, il Bo contro i tagli «De Poli ci venga incontro»
L’ateneo: «Avanziamo 2,5 milioni». Il presidente: avanti un passo alla volta
Luca Antonini «È difficile dettare le condizioni quando si ha un debito con il proprio interlocutore»
Gianfranco Gagliardi «Comunque si potrà cambiare qualcosa, l’importante è far quadrare i conti»
TREVISO «Andiamo avanti, un passo alla volta. Non mi fascio la testa prima che sia rotta». Il mantra di Dino De Poli? Affrontare senza allarmismi i gravi problemi di Fondazione Cassamarca. Ma non è semplice nemmeno per il presidente, visto che l’appuntamento più vicino è quello sul quale si gioca gran parte del futuro dell’ente: le commissioni paritetiche per discutere la rinegoziazione delle convenzioni con le Università, punto cruciale del piano di spending review presentato mercoledì al Consiglio di Indirizzo.
Da una parte gli atenei, dall’altra Ca’ Spineda. Due round, con Bo e Ca’ Foscari, a fine marzo ed inizio aprile. Da qui non si può scappare, fanno intendere da piazza San Leonardo: le casse sono vuote, non è più possibile sobbarcarsi per intero i costi come un tempo. C’è da recuperare 1,2 milioni di euro per riassestare il bilancio di previsione 2017, e se si deve risparmiare si partirà proprio dall’azzeramento della forbice fra tasse universitarie e monte stipendio dei docenti.
I vertici con Padova e Venezia nascono per capire quanto le proposte siano attuabili: il primo è previsto l’ultima settimana del mese nella città del Santo, ed i segnali, pur prudenti, sono precisi. «C’è fiducia nelle persone, credo si troverà una soluzione – spiega il prorettore dell’Università di Padova Tommaso Patarnello – ma Fondazione dovrà venirci incontro. Parliamo di una convenzione decennale, non è pensabile cancellare tutto. Soprattutto se consideriamo il credito di 2,5 milioni di euro che avanziamo dall’ente».
Il medesimo concetto espresso dal consigliere Luca Antonini, critico con le misure per i tagli. «È difficile dettare condizioni quando si ha un debito con il proprio interlocutore». Insomma, la ricetta di Ca’ Spineda sembra destinata ad una revisione. E Gianfranco Gagliardi, che sta conducendo la trattativa per conto del Cdi, apre la porta. «Si può cambiare qualcosa – sottolinea - l’importante è far quadrare i conti, in un modo o nell’altro. È una questione di sostenibilità».
C’è il rischio infatti di non poter materialmente provvedere a quanto stabilito dalla convenzione, e lo scenario peggiore diventerebbe un contenzioso legale. «Non voglio nemmeno pensarci, io sono ottimista». Un passo alla volta, come chiede De Poli. Già pronto, invece, a far morire la controproposta moralizzatrice di Antonini, ovvero congelare i compensi degli organi dirigenti. «Non è un mio dilemma – sentenzia il presidente – ma solo l’opinione di una singola persona».