Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Case chiuse e vaccini fanno litigare il Consiglio
VENEZIA Mettere mano alla legge Merlin, magari riaprendo le case chiuse. Ribadire una volta di più l’importanza dei vaccini, anche se dopo lungo dibattito la giunta ha respinto la proposta di reintrodurre l’obbligatorietà partita dalla stessa maggioranza. Questi i temi che ieri hanno fatto litigare il Consiglio regionale.
VENEZIA Mettere mano alla legge Merlin, magari riaprendo le case chiuse. Diffondere la cultura del risparmio, dopo i disastri delle popolari. Ribadire una volta di più l’importanza dei vaccini, anche se dopo lungo dibattito la giunta ha respinto la proposta di reintrodurre l’obbligatorietà partita dalla stessa maggioranza.
Può riassumersi così la giornata di ieri in consiglio regionale, dedicata alla discussione di mozioni e risoluzioni (ben 24 quelle all’ordine del giorno, si continuerà anche oggi) che impegnano la giunta sui fronti più svariati, dal pressing sul governo per accelerare le verifiche dei richiedenti asilo alla richiesta al governo Renzi (c’era ancora lui quando fu depositata) affinché restituisca ai Comuni le somme tagliate dall’esecutivo Monti. Moti dell’anima, per lo più, destinati a rimanere confinati sulla carta, anche se in alcuni casi si possono ritrovare profili politici di interesse.
È il caso, ad esempio, della mozione messa a punto da Sergio Berlato dei Fratelli d’Italia che prevedeva di rendere «condizione indispensabile» per l’accesso agli asili nido, alle scuole materne e alle scuole primarie, il possesso del certificato che attesta l’avere assolto agli obblighi vaccinali, prevedendo inoltre l’inserimento del vaccino per il morbillo e la pertosse». Una mozione che ha subito incontrato il favore di larga parte dell’aula, compreso il Pd che con Alessandra Moretti ha suggerito di estendere l’obbligo all’intero calendario vaccinale, dunque anche ai vaccini raccomandati e non soltanto a quelli obbligatori. L’assessore alla Sanità, Luca Coletto, è entrato in allarme: la giunta, infatti, ha deliberato nel novembre scorso un complesso meccanismo per l’accesso agli asili e alle materne, che subordina il via libera all’iscrizione di bimbi non vaccinati al fatto che comunque nella struttura sia garantita la soglia minima d’allarme del 90%. Se questa non è rispettata, tocca al sindaco intervenire, vietando l’accesso con segnalazione all’Usl di competenza. Chiaro che la mossa a tenaglia di Berlato e Moretti avrebbe messo alle strette la giunta e Coletto ha spiegato: «Da un lato il trend è in costante miglioramento, siamo partiti dal 91.3%, ora siamo al 92% e entro fine anno contiamo di arrivare al 93% di copertura, dall’altro dobbiamo contemperare il diritto allo studio con quello alla salute e il primo prevale sempre sul secondo». Alla fine Berlato ha acconsentito ad un passo indietro, modificando la mozione in un invito alla giunta «a fare tutto quanto possibile per invitare i cittadini a vaccinare i i propri figli nel rispetto del calendario vaccinale, come requisito di accesso ai servizi educativi» mentre Moretti non demorde: «Presenterò una proposta di legge per il ripristino dell’obbligo, come fatto dall’Emilia Romagna, vedremo se Zaia prenderà le migliori decisioni per la sua comunità o si lascerà portare a spasso dall’elettorato No Vax».
Altro tema dibattuto, quello posto dalla mozione di Erika Baldin del Movimento Cinque Stelle, che ha chiesto alla giunta di «intraprendere tutte le iniziative necessarie per promuovere l’adeguamento della legge Merlin e la promozione di una normativa organica che regoli il fenomeno della prostituzione, liberando le vittime da ogni forma di sfruttamento, garantendo condizioni igieniche e sanitarie adeguate, contrastando il degrado urbano e sociale che deriva dalla prostituzione illegale». Sebbene l’eventualità non sia stata messa nero su bianco, buona parte del confronto in aula è ruotato attorno alla riapertura delle case chiuse, con la Lega assolutamente favorevole (in vari momenti della sua storia il Carroccio ha portato avanti questa battaglia) come ha spiegato il capogruppo Nicola Finco, sia per motivi sanitari che fiscali, mentre l’opposizione, in particolare il Pd e Cristina Guarda di Amp, si è detta contraria sostenendo che la regolarizzazione non comporterebbe affatto la fine dello sfruttamento e del traffico di esseri umani. La mozione alla fine è stata approvata, aggiungendosi al mare magnum di carte che a vario titolo si sono proposte in questi anni di dare veste dignitosa al mestiere più antico del mondo.
Infine va segnalata la risoluzione, approvata all’unanimità, dedicata alla Carta del risparmio, che impegna il consiglio a «coinvolgere il mondo della scuola e quello delle imprese al fine di promuovere una consapevole cultura della sobrietà e del risparmio», a valorizzare la «Giornata del Risparmio» (è il 31 ottobre), a istituire a livello regionale un riconoscimento che valorizzi le best practice in materia e a creare un’Autority di rating, col compito di promuovere correttezza e adeguatezza della comunicazione degli operatori nel campo finanziario».