Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Gol, penalty e recupero: la seconda opportunità che riscrive una stagione
La vita sa dare e togliere. E lo sport, che della vita fa parte, non si sottrae alla regola, tantomeno il calcio. A volte dà o toglie un rigore, con conseguente pioggia di ubbie sul penalty assegnato o non concesso. Oppure concesso e poi tolto, come è successo al Padova a Reggio Emilia non più tardi di dieci giorni fa. A volte il calcio offre minuti. Minuti preziosi che possono cambiare il corso di una stagione. Minuti di recupero, li chiamano. E a volte significa non solo recupero del tempo perduto ma anche recupero di un’occasione. La seconda possibilità. Prendete la domenica appena trascorsa sui campi: Venezia e Vicenza, solo per fermarsi a due delle venete tra Lega Pro e serie B, hanno trovato, nello spazio di pochi minuti, lo spazio e il tempo per cambiare — forse — il senso di un campionato. Il Venezia al Penzo ha trovato la botta vincente al 93’ con un colpo del suo centravanti Geijo Pazos, scardinando all’ultimo assalto la difesa del Modena. Un gol che, perché no, potrebbe risultare da qui a fine maggio come il più importante. Perché se è vero che i gol non si contano ma si pesano, quello dell’attaccante spagnolo pesa come il piombo, nel giorno in cui il Parma si ferma sul pari a Mantova. Sono sette i punti di vantaggio della squadra di Inzaghi sui Ducali, otto su un Padova che continua a marciare a un ritmo altissimo. E minuti di vita — sportivamente parlando — ha trovato al Menti anche il Vicenza, domenica sera, contro il Pisa: uno scontro diretto, in dieci contro undici e sotto di un gol. Poteva essere l’inizio della fine e invece no. Anche qui, il «recupero» ha regalato vittoria e tre punti di ossigeno ai biancorossi. Gol di Ebagua all’87’, rigore trasformato da Urso al 93’. Sei minuti prima la squadra di Bisoli affogava nel pantano del fondo classifica. Sei minuti dopo trovava una vittoria che porta il «Lane» addirittura fuori dalla zona più calda. Che dire? Quei minuti che ti servono per respirare sono dappertutto, anche quando sembra che non ci sia più aria. E i minuti che prima ti hanno punito, adesso possono salvarti. Si chiama seconda opportunità e spesso ci vorrebbe anche nella vita di tutti i giorni.