Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Unioni gay, registrate decine di coppie
Treviso, il bilancio di 7 mesi di legge Cirinnà. «Nessuna obiezione nei Comuni leghisti»
TREVISO A distanza di 7 mesi dall’entrata in vigore della legge sulle unioni civili, sono 38 le coppie gay che hanno deciso di celebrare il loro «matrimonio» in 14 Comuni trevigiani. È successo soprattutto a Treviso (con 21 coppie), ma le registrazioni non hanno trovato ostacoli neppure nei Comuni guidati da amministrazioni della Lega. «Nessuna obiezione di coscienza», spiega il coordinamento Lgtbe provinciale. E ora scattano anche i corsi prematrimoniali.
TREVISO In sette mesi, nella Marca, sono state 38 le unioni civili omosessuali registrate in 14 Comuni. Alcune dai sindaci, che personalmente hanno voluto siglare un patto di coppia e di famiglia, alcune dagli ufficiali dell’anagrafe, alcuni con cerimonie partecipate e altri con solo pochi amici intimi. Ma quello che fino a maggio era negato dallo Stato oggi con l’applicazione della legge Cirinnà è diventato realtà.
Anche i sindaci leghisti si sono adeguati, i loro municipi non si sono potuti tirare indietro. Il capoluogo, il centro più popoloso della provincia, ha registrato da agosto 21 coppie, sia di uomini che di donne; due ne sono state registrate a Conegliano, Oderzo, Mogliano e Spresiano; una nei Comuni di Asolo, Mareno di Piave, Possagno, Povegliano, Quinto, San Biagio, Silea e Villorba; a Vittorio Veneto si sono «sposati» due uomini residenti fuori regione. E gli altri? «Non hanno ricevuto richieste perché ci risulta che non siano state negate registrazioni – spiega Marina Marzari, presidente del coordinamento Lgbte -. Non esistono obiezioni di coscienza, sarebbe omissione di atti d’ufficio. Magari in qualche Comune le pratiche sono state più faticose, le sale utilizzate in modo diverso, i tempi più lunghi e la burocrazia più complicata, con ostacoli che hanno messo a dura prova le coppie, ma alla fine tutte quelle che avevano fatto richiesta hanno ottenuto la registrazione».