Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«E questo qua xè il regalo di compleanno»
Il manager e l’imprenditore in auto: «Se ci ascoltano, finiamo dentro»
«Q uesti qua xé marzo, aprile e maggio... E questo qua xé il regalo di compleanno». «Ma ti ghe sta dentro con i conti?». Così il manager Ghezzo intercettato dagli uomini della finanza.
VENEZIA «Questi qua xé marzo, aprile e maggio... E questo qua xé il regalo di compleanno». «Ma ti ghe sta dentro con i conti?». «Lascia perdere... i schei che ci siamo messi via tempo indrio li usemo per la gente che merita... che ci dà una mano». «Speremo di non avere la telecamera a bordo sennò andemo in galera tutti e due». La telecamera no, ma la cimice sì. E il colloquio tra l’imprenditore Enzo Busato e il dirigente Veritas Claudio Ghezzo, avvenuto a bordo della Mercedes di quest’ultimo il 22 aprile 2015, finisce dritto dritto tra gli atti dell’indagine. E dopo un dialogo da cui si capisce che un paio di giorni prima Busato aveva anche preso la macchina di Ghezzo per fargli il pieno e il lavaggio (in altri casi c’era stato anche il cambio gomme, pure per i famigliari), il funzionario «infedele» prosegue: «Abbiamo fatto un lavoro... fatto bene... Sono tutti contenti... ne ho parlato anche con Razzini», cioè il direttore generale di Veritas, indagato.
Cimici in ufficio e nelle auto, intercettazioni telefoniche e soprattutto, grazie alla perquisizione dell’8 luglio 2015, le prove fondamentali – secondo gli inquirenti – della corruzione: cioè il «libro mastro» delle tangenti. Su un pc e una chiavetta Usb di Busato viene infatti trovato file excel «Spese acquisto terreno, casa». «Ghezzo, euro 3000», «Ghezzo, luglio, Enzo, euro 500». Siamo nel 2011. La lista è lunga, mese per mese, e dal febbraio 2012 la cifra passa a «1000». E il «regalo di compleanno sono «5000», par di capire. Soldi ben spesi, almeno a sentire un’altra intercettazione di Ghezzo in auto, mentre parla di Busato. «Dicesi 6 milioni di euro con me! Prima fatturava 250 mila euro l’anno... oh, sono io che pago la villa, magnare, bere, dormire, camion e tutto... tutto quanto io... bisogna che mi faccia il dazebao... ». «Tangenti correlate al trattamento di favore assicurato dal predetto alla Busato», scrive il gip Roberta Marchiori.
Idem accade con Sabrina Tonin della Plan-Eco. Le cimici delle fiamme gialle ascoltano, ascoltano. E’ il 25 giugno 2015 e non è un giorno qualsiasi perché Ghezzo e Tonin hanno saputo dell’inchiesta in corso, dopo che gli è stata notificata la proroga delle indagini. «Bisogna stare attenti... se delle volte per caso abbiamo parlato di schei... era perché tu mi hai richiesto una consulenza - dice Ghezzo - Ed io non ho accettato nelle more di farmi autorizzare... bisogna che capiamo... le carte». «Concordano una linea difensiva», scrive il gip. Altra intercettazione rilevante, secondo accusa e gip, è quella del 5 maggio 2015, quando il dirigente e l’imprenditrice sono in macchina. Si parla di gare, lui le dice di fargli sapere il prezzo «in quanto per costruirci le carte poi ci vuole tempo». Sembrerebbe un bando «tailor-made». Poi però Ghezzo va dritto al sodo: «Ma il compenso mio è in spending review o è in attesa?». «Spending review... solo che... aspetta un poco de mesi perché semo proprio...». «Ma spending review vuol dire che dopo arriva o...?». «Ma dopo ti arriva, tu non stare a preoccuparti... prima o dopo ti arriva!... ma bisogna che portiamo un pelo di pazienza». «Ma mi non... era solo per... mi me organizzo le spese sa!».
Anche sui pc e sull’Ipad di Tonin ci sono tracce che possono essere interpretate come tangenti. «SUDDIVISIONE UTILI 250.000 (...) netto a Bertollo tasse detratte e GC 100.000», su cui gli inquirenti fanno anche una battuta: «Ghezzo è una sorta di costo aziendale, come le tasse». In un’altra si calcola un prezzo da fare per tonnellata di Cdr (il combustibile da rifiuti, che Plan-Eco smaltisce in Ungheria): nel conteggio è previsto anche un euro per «GC» e il giudice sottolinea che di tonnellate ne sono state smaltite 146 mila nel corso degli anni.
Dalle indagini patrimoniali emergono 199 accessi al Casinò di Venezia dal 1988 al 2014 e solo nel periodo 2012/2013 Ghezzo ha cambiato per vincite 50 mila euro. «Cospicua disponibilità di denaro contante», affermano gli inquirenti. Ci sono poi i 70 mila euro di versamenti in banca dei vari membri del nucleo famigliare, i 155 mila euro di acquisti di opere d’arte tra il 2007 e il 2009 (che salgono a oltre 300 mila euro negli anni dopo). Poi la passione per le case e le ristrutturazioni «in nero». «E’ il modo migliore per riciclare i soldi», dice alla compagna in auto il 6 aprile 2015.
«Il Ghezzo ha posto l’intera funzione e i suoi poteri al servizio di interessi privati per un tempo prolungato con comportamenti di infedeltà sistematici», chiosa il giudice.