Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Finint, due rinvii Marchi e De Vido vicini all’accordo
Finanziaria internazionale, si profila un doppio rinvio per chiudere il contratto tra Marchi e De Vido. L’attesa era concentrata in parallelo sul doppio appuntamento di oggi. Da un lato la nuova assemblea dei soci di Finint, con la nomina del cda di Conegliano. Dall’altro la prima udienza, al Tribunale delle imprese di Venezia, sulla causa, con richiesta di sequestro cautelativo, proposta ad inizio febbraio sulla quota di Finint del socio di sempre Andrea De Vido, con cui sta andando avanti un travagliato divorzio, per permettere a quest’ultimo di essere liquidato e ripagare prestiti bancari personali su investimenti finiti male. Ma alla vigilia si prospetta un doppio rinvio. In tribunale sull’udienza è già stata chiesta. E lo stesso si profila sull’assemblea dei soci, che potrebbe essere rinviata o aprirsi ed essere mantenuta aperta. Buon segno, perché il rinvio dei momenti decisionali fa capire che sono stati fatti ulteriori passi in avanti significativi nella trattativa tra De Vido e Marchi (nella foto) e che la proroga scatta per arrivare a breve alla firma del contratto, rispetto al quale si sono risolti i particolari ancora sul tappeto. Una soluzione che d’altra parte non può tardare ancora a lungo, anche di fronte alla richiesta avanzata da Banca d’Italia di risolvere la turbolenza poco gradita intorno alla controllata Banca Finint. Firma che renderebbe a quel punto da un lato inutile la causa e il sequestro scattati in un momento molto teso e dall’altro di portare in assemblea la ratifica dell’accordo che determinerebbe l’uscita di De Vido, risolvendo alla radice anche il nodo della nomina di un cda condiviso, che a quel punto passerebbe nelle mani di Marchi, unico proprietario di Finint. C’è attesa per le delibere di Intesa e Unicredit che dovrebbero mettere a disposizione i fondi per liquidare De Vido, in una partita che si incrocia poi con l’accordo che sempre Marchi deve definire con i fondi di investimento per gestire l’Opa che scatterebbe necessariamente sulla controllata Save, a seguito del cambio di controllo in Finanziaria internazionale. I prezzi in Borsa restano sopra i 20 euro, facendo intendere che c’è attesa su questo fronte.