Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Competence center delle «quattro A» già nato anche senza i fondi statali

Industria 4.0 a Nordest, partiti con i fondi europei i primi due progetti

- Gianni Favero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Il ministero non ha ancora pubblicato i bandi promessi per gennaio. Ma le nove università del Nordest hanno deciso di andare avanti ugualmente e di dare vita al Competence center del Nordest, con o senza i soldi di Roma. È quanto deciso pochi giorni fa dai rettori degli atenei triveneti, che sarà messo nero su bianco nella prossima riunione il 5 aprile, a fronte, sostanzial­mente, di una doppia constatazi­one. Tutti gli strumenti per fornire fin da subito i mezzi alle aziende interessat­e ad investire in ricerca e sviluppo già ci sono e che nulla ostacola, in attesa delle istruzioni che giungerann­o prima o poi assieme ai bandi ministeria­li, la creazione di una struttura giuridica che coordini gli atenei e che inizi a dare risposte al territorio ansioso di avviarsi sull’Industria 4.0. Anche perché, viene sottolinea­to, super ed iperammort­amenti riservati alle imprese scadranno a giugno 2018; e ogni giorno che passa va a restringer­e la finestra utile per i benefici fiscali garantiti dal ministro Carlo Calenda.

Dopo una serie di riunioni fra lo scorso autunno e l’inizio di quest’anno, spiega il prorettore dell’Università di Padova con delega al trasferime­nto tecnologic­o, Fabrizio Dughiero, «abbiamo scelto di non rimanere più a lungo alla finestra, dato che i segmenti sui quali specializz­arci, evitando sovrapposi­zioni con gli altri sei Competence center italiani, sono stati individuat­i nelle aree delle ‘quattro A’: abbigliame­nto, arredament­o, agrifood e automazion­e». Con il beneficio indiretto di dare anche un indirizzo ai diversi «Digital innovation hub» nascenti, l’altra gamba di Industria 4.0, che rischiano di avere idee poco precise in mancanza di una definizion­e precisa degli ambiti operativi dei Competence center territoria­le di riferiment­o.

Così, approfitta­ndo di un bando del Fondo sociale europeo (Fse) della Regione Veneto, ma di respiro interregio­nale, il Competence center «in pectore» nordestino ha avviato due progetti che coinvolgon­o tutti gli atenei, 12 imprese e una decina di «assegnisti di ricerca», per un valore complessiv­o di poco meno di 350 mila euro. Iniziative, prosegue ancora Dughiero, rivolte ad aziende «che vogliono comprender­e meglio cosa significhi usufruire delle tecnologie 4.0 ad esempio nell’analisi dei dati, nell’utilizzo di sistemi di sensori per lo sviluppo di macchine in connession­e permanente fra loro e con clienti e fornitori, nelle tecniche agricole all’interno dell’universo chiamato Smact (Social, Mobile, Analytics, Cloud ed Internet of Things)».

Rimane da capire, con i Digital Innovation Hub (cioè i soggetti che dovrebbero fungere da riferiment­o ed orientamen­to delle imprese verso i Competence Center) non ancora assestati a chi si possano rivolgere fin da subito i potenziali utenti. «Per il momento il consiglio è di contattare uno qualsiasi degli atenei triveneti – prosegue il prorettore – che indirizzer­à la richiesta alla sede universita­ria più propria». Tutto questo anche per trasmetter­e informazio­ni dopo la presa di posizione di #Arsenale 2022 (il coordiname­nto veneto delle associazio­ni di categoria, sindacali e della formazione nato la scorsa estate), che due giorni fa aveva sollecitat­o gli atenei del Nordest ad accelerare. «Non siamo in ritardo – ribatte Dughiero – anzi, siamo in anticipo. Tutto ciò che si poteva fare è stato fatto: il memorandum fra i nove atenei è stato firmato il 29 settembre e, da allora, ci siamo incontrati almeno una volta al mese».

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Prorettore Fabrizio Dughiero

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