Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
LEGITTIMA DIFESA CAMBIO DI ROTTA
In principio fu il caso Stacchio. 7 giugno 2016: archiviata la posizione di Graziano, il benzinaio di Ponte di Nanto che la sera del 3 febbraio 2015 - secondo i giudici sparò esclusivamente per proteggere la commessa dell’oreficeria dell’amico Robertino Zancan e se stesso. Ma nelle ultime 48 ore altre due sentenze fra Lombardia e Veneto fanno giurisprudenza e invitano alla riflessione. Sparò ad un rapinatore, pluripregiudicato albanese, per difendere la famiglia, uccidendolo. Per questo motivo Rodolfo Corazzo, gioielliere di Rodano, nel Milanese, era finito sotto indagine. L’accusa: eccesso colposo di legittima difesa. A quasi un anno e mezzo di distanza dall’episodio, l’inchiesta è stata archiviata. Ancora. La Corte d’appello di Venezia ha assolto Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola che nella notte del 25 aprile 2012 uccise con un colpo di pistola il moldavo Igor Ursu durante un furto nella sua tabaccheria. Ribaltata così la sentenza di primo grado che aveva invece condannato Birolo a 2 anni e 8 mesi di carcere (e 325 mila euro di risarcimento ai parenti della vittima), ritenendolo colpevole di eccesso di legittima difesa. Qualcosa è cambiato. Se da un lato è vero che ci muoviamo sul labile confine tra legittima difesa ed eccesso di difesa, dall’altro, anche secondo gli stessi giudici, appare sempre più un diritto insindacabile, in circostanze di reale pericolo, proteggere la propria vita e quella dei familiari. Vite stravolte, comunque. In tutti i casi di rapine finite nel sangue, con l’omicidio di uno o più malviventi, facciamo i conti con il dramma di uomini che sorprendono un ladro in casa o nell’ attività commerciale di proprietà e gli spara. E’ il dramma del benzinaio Graziano Stacchio, del gioielliere Rodolfo Corazzo, del tabaccaio Franco Birolo. Segue lungo elenco di altri casi. C’è un passaggio emblematico nell’intervista al Corriere del Veneto rilasciata dal Pg Antonino Condorelli sul caso Birolo: «Era certo che la sua vita e quella dei suoi familiari fossero in pericolo e c’erano diversi fattori che hanno contribuito a trarlo in inganno. In un caso del genere, la condotta non è sanzionabile». La stessa Chiesa è intervenuta più volte a margine del caso Birolo. Il patriarca di Venezia Moraglia: «Un diritto la legittima difesa. Casi complessi, i giudici valutino bene». Monsignor Tessarollo, vescovo di Chioggia: «Un padre deve difendere la casa». Il diritto alla difesa è sacrosanto, anche con mezzi estremi, purché vi sia un pericolo concreto di aggressione. Altrimenti, sia chiaro, se io cittadino-commercianteartigiano sparo al ladro, ma alle spalle, magari a sangue freddo, è omicidio da Far West non più legittima difesa.