Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Referendum, il governo apre all’election day

Il ministro Costa mediatore domani a Roma tra il Viminale e il Veneto. Zaia: decisivo passo avanti

- Marco Bonet

VENEZIA Si tratta sull’election day. Il governo apre alla richiesta del Veneto di celebrare il referendum sull’autonomia in concomitan­za con un’altra consultazi­one popolare, sia essa il referendum sui voucher promosso dalla Cgil oppure le elezioni amministra­tive. «Ho convocato per venerdì (domani, ndr) un tavolo tecnico presso il Dipartimen­to degli Affari regionali - ha annunciato ieri il ministro Enrico Costa - per avviare un confronto tra il ministero dell’Interno e le Regioni Lombardia e Veneto». Il governator­e Luca Zaia: «Passo in avanti».

VENEZIA Il governo apre alla richiesta del Veneto di celebrare il referendum sull’autonomia in concomitan­za con un’altra consultazi­one popolare, sia essa il referendum sui voucher promosso dalla Cgil oppure le elezioni amministra­tive, in un election day. È la prima volta che l’esecutivo prende formalment­e posizione sull’argomento, dopo il prolungato silenzio (scambiato da qualcuno per scortesia istituzion­ale) e alcuni abbozzati dinieghi motivati da non meglio precisate incongruen­ze normative.

«Ho convocato per venerdì (domani, ndr) un tavolo tecnico presso il Dipartimen­to degli Affari regionali - ha annunciato ieri il ministro Enrico Costa - per avviare un confronto tra il ministero dell’Interno e le Regioni Lombardia e Veneto circa le questioni relative alla richiesta, da parte delle due Regioni, di abbinare le elezioni amministra­tive o il referendum nazionale con le consultazi­oni referendar­ie che le due Regioni intendono promuovere nel corso del 2017».

Nulla è deciso, sia chiaro, («L’iniziativa ha lo scopo di affrontare gli aspetti e i problemi tecnico-giuridici, restando comunque impregiudi­cata la competenza del ministero dell’Interno» ha subito precisato Costa) ma è evidente che l’allungo del ministro, dopo che neppure era stata data risposta alle due lettere ufficiali spedite dai governator­i di Veneto e Lombardia Luca Zaia e Roberto Maroni, viene interpreta­to a Palazzo Balbi come un importante passo in avanti. Anche perché l’annuncio di Costa è seguito proprio ad un incontro, ieri nella capitale, con Za-

ia, che col ministro ha ottimi rapporti (culminati in un confronto tra i due all’università di Padova) e che non a caso nei giorni scorsi era stato assai meno tranchant di Maroni: «Minniti e Gentiloni non vogliono saperne» disse quest’ultimo; «Io spero fino all’ultimo» si smarcò Zaia, che poi martedì aveva suggerito di indire l’election day in occasione del referendum sui voucher e gli appalti fissato poche ore prima dal governo per il 28 maggio.

«Pur con tutte le riserve del caso, l’incontro che ho avuto col ministro Costa e le sue successive dichiarazi­oni mi sembra rappresent­ino un decisivo passo avanti verso una ipotesi di election day - ha commentato ieri il governator­e - venerdì invierò a Roma i nostri tecnici, guidati dal dottor Gasparin, per l’esame delle questioni burocratic­he. Riconosco la disponibil­ità del ministro Costa ad affrontare il tema». Giova ricordare che finora il sottosegre­tario agli Affari regionali Gianclaudi­o Bressa aveva sempre opposto all’ipotesi di election day (che farebbe risparmiar­e alla Regione 14 milioni) il fatto che per legge non si possono abbinare elezioni e referendum. Il 28 maggio, però, l’abbinament­o sarebbe tra due referendum (nient’affatto antitetici, come invece disse Bressa per giustifica­re il no alla concomitan­za col referendum costituzio­nale).

«Il mio obiettivo, inserito nella delega del mio ministero, è quello di favorire il dialogo tra le Regioni e i ministeri ha concluso Costa ribadendo una volta di più di non voler invadere il campo del Viminale -. Noi facciamo questo attraverso tavoli. Con Zaia c’è una buona affinità, anche se ciascuno nelle proprie posizioni e penso che tutto può nascere se c’è un confronto che determini una leale collaboraz­ione tra i soggetti interessat­i».

Il ministro Costa L’ultima parola spetta al ministero dell’Interno, noi proveremo a chiarire gli aspetti giuridici

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