Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Orsoni, nuove carte dei pm «Quei 150 mila euro in nero»

- di Alberto Zorzi

VENEZIA Processo Mose. In scena ieri il filone dei presunti fondi neri per la campagna elettorale del sindaco Giorgio Orsoni. In aula il mandatario elettorale Valentino Bonechi . I pm ritengono che i circa 150 mila euro «spariti nel nulla» (alla fine le uscite furono di 287 mila euro) siano in realtà stati spesi grazie a fondi neri confluiti da Giovanni Mazzacurat­i, allora presidente del Cvn.

VENEZIA Il teste era stato citato dalla difesa dell’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, a processo per rispondere dell’accusa di finanziame­nto illecito della campagna elettorale del 2010 da parte del Consorzio Venezia Nuova e delle sue imprese. E infatti fino ad allora, il mandatario elettorale Valentino Bonechi aveva spiegato di non aver mai saputo di finanziame­nti in nero e di manifestaz­ioni in più rispetto a quelle da lui pagate. Poi però, quando la parola è passata ai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, è arrivato il primo affondo. «Lei ha mai ricevuto un budget di previsione delle spese?», gli ha chiesto Ancilotto. «Ci fu una mail del 21 febbraio in cui si ipotizzava­no spese per 437 mila euro», replica il commercial­ista. Poche settimane dopo, Bonechi ricevette a mano un altro schema, ben più ridotto. «Si ipotizzava­no spese per 298 mila euro, credo fosse una revisione del primo documento», ha raccontato. Un secondo preventivo, per lui. Ma non per la procura, che ieri non ha nascosto la sua ipotesi: «E’ possibile che fosse un consuntivo? - ha chiesto ancora Ancilotto - Può escludere che la differenza sia stata pagata in nero?».

I pm ritengono infatti che i circa 150 mila euro «spariti nel nulla» (alla fine le uscite furono di 287 mila euro) siano in realtà stati spesi grazie a fondi neri confluiti da Giovanni Mazzacurat­i, allora presidente del Cvn. Il secondo colpo l’ha messo a segno l’avvocato Paola Bosio, parte civile per il Cvn, che gli ha chiesto se Orsoni si mostrò mai preoccupat­o. «Era il 18-20 marzo, eravamo ai giardini Papadopoli e lui mi confermò che sarebbero arrivati presto alcuni soldi», ha raccontato Bonechi. Basta spulciare il conto corrente: 25 mila euro da Eit Studio il 25 marzo, 50 mila dalla coop San Martino e 30 mila da Clea il 26 marzo, 30 mila da Cam Ricerche il 29 marzo, 20 mila da Bacco Spa il 6 aprile , 50 mila da un gruppo di persone legate al commercial­ista del Cvn, Francesco Giordano il 21 aprile. «Oltre 180 mila euro negli ultimi giorni e quasi tutti da soggetti legati al Consorzio», ha chiosato Ancilotto, con il sottinteso che questi fondi si sono smossi grazie all’aiuto di Mazzacurat­i. «I finanziame­nti “in bianco” non sono un problema per noi - ha replicato la difesa Orsoni - lui non poteva sapere delle retrocessi­oni dal Cvn alle aziende».

La procura, ha infine tirato fuori un documento, rinvenuto nei pc della sede del Pd di Mestre e mostrato ad Alessandro Maggioni, ex assessore comunale della giunta Orsoni: un foglio Excel intitolato «budget primarie Orsoni». Lì venivano fatte due ipotesi di spesa, 35 e 65 mila euro. «Ho memoria di aver contribuit­o a questo preventivo», ha ammesso Maggioni, all’epoca segretario comunale. E la procura dirà che anche per le primarie arrivarono fondi illeciti.

Nel corso dell’udienza era stato sentito anche l’ex capo di gabinetto di Orsoni, Romano Morra, il quale ha ricordato del feroce scontro tra il sindaco e Mazzacurat­i nel Comitatone del luglio 2011, quando minacciò di non votare i soldi al Mose se non avesse ricevuto fondi per Venezia e Chioggia. Luciano Neri, braccio destro e «cassiere» di Mazzacurat­i, ha scoperto come Galan di essere indagato per le «tasse sulle tangenti» e si è avvalso per l’ennesima volta della facoltà di non rispondere, lui che mai ha parlato (e probabilme­nte di segreti ne conosce tanti) nel corso di questa inchiesta. L’ex ministro Altero Matteoli ha preso la parola per depositare le copie delle sue agende, da cui si trarrebbe che gli incontri con Mazzacurat­i furono solo 7 in oltre un decennio, non 22 come risultereb­be dalle agende dell’ex boss del Cvn.

In apertura di udienza l’ex vicepresid­ente del consiglio regionale Giampietro Marchese ha tagliato corto: «Ho ricevuto 150 mila euro in contanti da Pio Savioli nel 2010, che sono serviti per pagare la campagna elettorale del Pd alle amministra­tive di quell’anno - ha spiegato - Sono stato un cretino e ho pagato per l’errore che ho fatto. Ma i soldi li ho ricevuti dalla coop, che erano il nostro mondo, non da Mazzacurat­i.

Bonechi Ipotizzaro­no spese per 437mila euro, poi sono scese a 298mila Marchese Ho ricevuto 150mila euro in contanti da Pio Savioli, per le elezioni

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