Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Uccise l’ex socio a sangue freddo Il pm: «Merita trent’anni»

- Nicola Munaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Renzo Rossi voleva uccidere Ezio Sancovich, 62 anni, manager della Moncler, e poi voleva nascondere le prove. Si era portato la pistola da casa, l’aveva pulita con la benzina dopo gli spari per cancellare le impronte (senza riuscirci) e in macchina aveva un cambio di vestiti identico a quello indossato al momento dell’omicidio, poi buttato per eliminare il sangue della vittima.

Per tutto questo – e per aver colpito un uomo che non aveva nemmeno provato a difendersi - Rossi, 69 anni di Martellago (Venezia), merita trent’anni di reclusione. Non l’ergastolo: a salvarlo la scelta del rito abbreviato che concede in qualunque caso uno sconto di pena. Ma nel chiudere la sua requisitor­ia il pubblico ministero Roberto Piccione ha usato lo stesso il pugno di ferro nei confronti di Rossi, in cella da più di un anno per omicidio volontario con le aggravanti della premeditaz­ione, dei futili motivi, della minorata difesa e di detenzione e porto abusivo di armi.

Era la sera dell’1 febbraio 2016 e una macchina con a bordo una persona viene notata sul ciglio di una strada a Piombino Dese. Quando sul posto arrivano i carabinier­i, si accorgono che al volante c’è un corpo senza vita, quello di Ezio Sancovich. Le mani appoggiate sulle gambe, la testa reclinata all’indietro e la cintura di sicurezza ancora allacciata, segno che non c’è stata lotta. Sul lato destro, due fori di proiettili.

Secondo la pubblica accusa, Rossi aveva pensato e organizzat­o il delitto, portandosi il cambio d’abiti e facendo sparire vestiti e pistola, una Walther P38 calibro 9 marchiata Wehrmacht, l’arma usata da Hitler nella seconda guerra mondiale, per altro mai denunciata e usata per commettere l’omicidio. Sancovich era stato giustiziat­o con due colpi sparati a bruciapelo mentre era seduto in auto. Otto mesi d’inchiesta hanno confermato anche il movente legato a una questione economica tra vittima e assassino. Debiti che Rossi aveva con Sancovich per una serie di fatture poco chiare, su cui sta già indagando la guardia di Finanza.

A tradire Rossi, finito nel mirino degli investigat­ori a poche ore dal ritrovamen­to del corpo della vittima lungo una strada statale a Piombino Dese, era stata la telefonate che l’omicida aveva fatto alla preda. I due dovevano vedersi per parlare di un affare in cui c’erano ancora parecchi sospesi. La discussion­e ha portato all’omicidio: finale che Rossi aveva già escogitato.

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Febbraio 2016 Ezio Sancovich, manager della Monclair di Trebaseleg­he 62 anni, è stato ucciso dall’ex socio Renzo Rossi

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