Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Smog, esaurito il «bonus»: a Treviso già 35 sforamenti
Allarme Pm10, aria sempre più fuorilegge. Il Comune: non bruciate la legna
TREVISO In fondo era solo questione di tempo. Ma pochi avrebbero immaginato che sarebbero serviti solo 73 giorni dall’inizio del 2017 - per raggiungere il tetto massimo di sforamenti ammessi dalla legge per le polveri sottili. È accaduto ieri, quando l’Arpav ha certificato la situazione: anche la centralina primaria di viale Lancieri di Novara (dopo quella secondaria di Strada Sant’Agnese, peraltro già a quota 36) ha raggiunto il 35esimo giorno «fuorilegge».
Insomma, Treviso ha esaurito i suoi bonus e, d’ora in avanti, procederà «a debito». Un andamento preoccupante considerati i 66 sforamenti di tutto il 2016, gli 88 del 2015, i 58 del 2014 e così via fino all’annus horribilis 2011, quando la qualità dell’aria fu pessima per ben 102 giorni.
Colpa, certamente, della scarsità di piogge, neve e vento, nonché di un’alta pressione che continua a schiacciare a terra - fra pianura e montagne - ogni sorta di inquinante, dai fumi di scarico delle auto alle emissioni degli impianti di riscaldamento. Cosa accadrà, adesso? Ai trevigiani saranno sottoposte restrizioni ulteriori, oltre a quelle già in vigore (in sostanza, il divieto di circolazione imposto alle auto non catalizzate per alcune ore al giorno)? L’assessore all’ambiente, Luciano Franchin, lo esclude e allarga le braccia: «Le misure emergenziali servono a ben poco. Dobbiamo concentrarci sugli interventi strutturali a lungo termine», dice. Vale a dire un taglio netto delle emissioni nocive. Specialmente quelle prodotte dai riscaldamenti. Meno gasolio, in pratica, ma soprattutto meno legna. E pellet. «Le biomasse - afferma Franchin - producono così tante polveri sottili da compromettere significativamente la qualità dell’aria. Il Comune di Treviso, anche in collaborazione con le 12 amministrazioni del circondario, vuole sviluppare progetti come il teleriscaldamento, l’energia fotovoltaica e una mobilità più sostenibile, ma i cittadini debbono collaborare nella loro quotidianità».
In sintesi: riscaldatevi meno (riducendo le temperature domestiche) e meglio. E magari aumentate la quantità di verde nei giardini e lungo le strade, ma anche nei centri urbani, come suggeriscono le migliaia di trevigiani che partecipano al forum Treviso Clean and Green (Treviso pulita e verde) su Facebook. E che hanno indotto decine di negozi, anche quelli non sottoposti ad ordinanze specifiche, a chiudere le porte per ridurre la dispersione termica e organizzato una raccolta di fondi per piantumare alberi e allestire «green wall» (muri verdi) proprio per tagliare le Pm10. Che, alla lunga, possono rivelarsi un’emergenza sanitaria, oltreché ambientale.