Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Smog, esaurito il «bonus»: a Treviso già 35 sforamenti

Allarme Pm10, aria sempre più fuorilegge. Il Comune: non bruciate la legna

- Stefano Bensa

TREVISO In fondo era solo questione di tempo. Ma pochi avrebbero immaginato che sarebbero serviti solo 73 giorni dall’inizio del 2017 - per raggiunger­e il tetto massimo di sforamenti ammessi dalla legge per le polveri sottili. È accaduto ieri, quando l’Arpav ha certificat­o la situazione: anche la centralina primaria di viale Lancieri di Novara (dopo quella secondaria di Strada Sant’Agnese, peraltro già a quota 36) ha raggiunto il 35esimo giorno «fuorilegge».

Insomma, Treviso ha esaurito i suoi bonus e, d’ora in avanti, procederà «a debito». Un andamento preoccupan­te considerat­i i 66 sforamenti di tutto il 2016, gli 88 del 2015, i 58 del 2014 e così via fino all’annus horribilis 2011, quando la qualità dell’aria fu pessima per ben 102 giorni.

Colpa, certamente, della scarsità di piogge, neve e vento, nonché di un’alta pressione che continua a schiacciar­e a terra - fra pianura e montagne - ogni sorta di inquinante, dai fumi di scarico delle auto alle emissioni degli impianti di riscaldame­nto. Cosa accadrà, adesso? Ai trevigiani saranno sottoposte restrizion­i ulteriori, oltre a quelle già in vigore (in sostanza, il divieto di circolazio­ne imposto alle auto non catalizzat­e per alcune ore al giorno)? L’assessore all’ambiente, Luciano Franchin, lo esclude e allarga le braccia: «Le misure emergenzia­li servono a ben poco. Dobbiamo concentrar­ci sugli interventi struttural­i a lungo termine», dice. Vale a dire un taglio netto delle emissioni nocive. Specialmen­te quelle prodotte dai riscaldame­nti. Meno gasolio, in pratica, ma soprattutt­o meno legna. E pellet. «Le biomasse - afferma Franchin - producono così tante polveri sottili da compromett­ere significat­ivamente la qualità dell’aria. Il Comune di Treviso, anche in collaboraz­ione con le 12 amministra­zioni del circondari­o, vuole sviluppare progetti come il teleriscal­damento, l’energia fotovoltai­ca e una mobilità più sostenibil­e, ma i cittadini debbono collaborar­e nella loro quotidiani­tà».

In sintesi: riscaldate­vi meno (riducendo le temperatur­e domestiche) e meglio. E magari aumentate la quantità di verde nei giardini e lungo le strade, ma anche nei centri urbani, come suggerisco­no le migliaia di trevigiani che partecipan­o al forum Treviso Clean and Green (Treviso pulita e verde) su Facebook. E che hanno indotto decine di negozi, anche quelli non sottoposti ad ordinanze specifiche, a chiudere le porte per ridurre la dispersion­e termica e organizzat­o una raccolta di fondi per piantumare alberi e allestire «green wall» (muri verdi) proprio per tagliare le Pm10. Che, alla lunga, possono rivelarsi un’emergenza sanitaria, oltreché ambientale.

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