Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Safilo perde 142 milioni nel 2016 Nuova logistica: il 2017 parte in salita
PADOVA Safilo perde 142 milioni nel 2016 e vara un aumento di capitale da 12,5 milioni di euro per un piano di stock option a un ristretto numero di dirigenti, amministratori e «talentuosi dipendenti strategici», come afferma la nota della società emessa ieri sera. È ancora in mezzo al guado della riorganizzazione il produttore di occhiali veneto di proprietà del fondo olandese Hal, che ha approvato ieri i conti 2016, in vista dell’assemblea del 26 aprile, dove non verrà proposto dividendo.
Scelta obbligata dopo un altro anno difficile, con vendite nette totali a 1.252,9 milioni di euro, -1,2% a cambi costanti, su cui pesa «la contrazione a doppia cifra» di Gucci nell’ultimo anno di licenza; migliorano del 3,6% a cambi costanti le vendite dei marchi in continuità (di cui per altro non vengono quantificati i ricavi). «I marchi di proprietà non hanno ancora mostrato il loro potenziale» lamenta l’Ad di Safilo, Luisa Delgado, tra Polaroid che va bene in Europa ma soffre le promozioni altrove e Carrera «complessivamente calato».
Sul conto finale pesano svalutazioni per 150 milioni di euro sull’avviamento delle strutture del Sud est asiatico e costi di ristrutturazione per 10 milioni, ad esempio per il trasferimento della produzione di lenti Polaroid dalla Scozia alla Cina. In questa situazione Safilo ha investito 54 milioni di euro su fabbriche, magazzini e informatica. L’indebitamento finanziario netto è quasi dimezzato da 90 a 48 milioni; ma va tenuto in conto che il risultato beneficia della seconda rata di 30 milioni di euro da Kering per la fine anticipata di Gucci, a cui se ne aggiungono altri 10,7 dalla vendita di un ex centro distributivo in Nord America. La rata di 30 milioni di Gucci incide anche sul free cash flow generato, nel 2016 a 44,7 milioni, rispetto ai 74,8 del 2015.
Intanto anche il 2017 parte ad handicap, a causa dell’avvio della nuova gestione automatizzata del magazzino di Padova, con la migrazione informatica in atto, «particolarmente impegnativa» che sta penalizzando le spedizioni. Le vendite sui marchi in continuità sono previste in calo del 15-20% nel primo trimestre.