Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ore 6: la raccolta rifiuti uccide
Una barra fuoriesce dal mezzo e distrugge quattro auto. Un uomo decapitato: in due si salvano
PADOVA Una tragedia assurda. All’alba di ieri, un camion della nettezza urbana di Padova, che se ne andava in centro a raccogliere un container di rifiuti, ha improvvisamente allargato un braccio meccanico, falciando le auto che provenivano in direzione opposta. A terra è rimasto un uomo, Massimo Bettini di 58 anni, che stava andando al lavoro e che è rimasto decapitato. Altri due feriti. L’apertura del «braccio» sarebbe stato causata da un cedimento meccanico.
PADOVA Il braccio della morte. Quello che non ti aspetti. Sbuca infido nell’aria leggera del mattino e semina terrore. Sull’asfalto c’è un uomo. Il rapporto del medico legale mandato sul posto dal sostituto procuratore Daniela Randolo è tanto scarno quanto violento: parziale avulsione della teca cranica. Decapitato. Eccolo il conto dell’incredibile incidente avvenuto ieri mattina a Padova in via Vigonovese. Un incidente che poteva assumere persino contorni peggiori.
L’unica croce lasciata sull’asfalto invece è quella di Massimo Bettini, 58 anni, padovano dell’Arcella, sposato, padre di due figli, che ieri mattina alle 6 stava andando a lavoro: responsabile del centro di smistamento postale di Camin, nella zona industriale della città del Santo. Via Vigonovese Bettini la percorreva ogni mattina. Il suo turno iniziava attorno alle 6.30 e anche ieri nulla sembrava poi così diverso dal solito canovaccio.
Fino alle 6.15 quando la chiamata di un automobilista alla centrale operativa della polizia municipale, racconta la tragedia che si è materializzata sotto i suoi occhi e che l’ha lasciato illeso. Un camion di AcegasApsAmga (Gruppo Hera), la multiutility che gestisce la raccolta dei rifiuti a Padova, sta percorrendo via Vigonovese in senso opposto alla sua Panda, prima macchina di una colonna chiusa dalla vittima. Il camion dei rifiuti va invece verso il Centro, destinazione Prato della Valle per lasciare un cassone dove gli ambulanti del mercato quotidiano possano buttare i rifiuti. Alla guida c’è Dario Quaggia, 40 anni di Piove di Sacco. Il suo turno è iniziato da un’ora quando, dopo aver curvato verso sinistra, sta per imboccare il ponte di San Gregorio. L’autista non si accorge che dal lato sinistro del mezzo si è sganciato il braccio di sollevamento e stabilizzazione che viene usato durante i lavori a motore spento. Il braccio in metallo diventa un rostro che mostra tutta la sua pericolosità non appena il camion AcegasAps incontra quattro macchine nel senso opposto di marcia. Una dietro l’altra vengono aperte come fossero semplici scatole di latta una Panda, una Mazda, un furgone Doblò e la Nissan Juke di Massimo Bettini. L’urto è violentissimo e il braccio – che si spezza a metà lasciando a terra, incastrato sotto il Doblò, il piedino dello stabilizzatore – porta con sé parte dell’ultima auto e la vita del suo conducente. Nel giro di pochi minuti sul ponte di San Gregorio arrivano gli agenti della municipale e i tecnici dello Spisal. Sul posto arrivano gli inquirenti, aiutati dall’autista della Panda (illeso) a capire la dinamica dell’impatto, mentre i conducenti della Mazda e del Doblò vengono portati in ospedale per accertamenti e dichiarati fuori pericolo. In un primo momento sembra che a causare l’incidente, per cui è stato indagato con l’accusa di omicidio colposo e lesioni colpose l’autista del mezzo, negativo all’alcoltest, sia stata l’assenza del fermo del piedino dello stabilizzatore. Gli accertamenti dei tecnici dell’Aps però dipingono una realtà diversa: il fermo c’era. A saltare sono stati i bulloni, una decina, che tenevano ancorato al pianale del camion il gancio stabilizzatore. Ed è da qui che nasce il nuovo capitolo dell’indagine e che punta dritto alla manutenzione: il mezzo («Non capisco come sia successo, era la prima volta che lo usavo», ha detto l’autista alla polizia) era stato controllato tre mesi fa. Da tempo però non veniva usato per il suo scopo originario di camion gru, ma solo per portare in giro i cassoni dei rifiuti. Possibile che nessuno si fosse accorto dei bulloni allentati?
L’autista Non capisco cosa possa essere successo, era la prima volta che guidavo questo camion