Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Massimo, lo sportivo nel posto sbagliato
Bettini stava andando alle Poste di Camin
PADOVA Un uomo pieno di vita, con un grande amore per lo sport che condivideva con la moglie e i due figli. Un’unica colpa, trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Una morte assurda decisa da un destino crudelle quella di Massimo Bettini, 58 anni, coinvolto nel drammatico incidente in via Vigonovese a Padova. Originario del quartiere dell’Arcella, come tutte le mattine anche ieri era uscito presto di casa per andare al lavoro al Centro di smistamento postale di Camin, dove era uno dei responsabili. Le sue vere passioni, però, erano la montagna e il tennis. Bettini, infatti, oltre che tennista amatoriale, nel tempo libero vestiva la maglia di giudice di gara ed era molto conosciuto ed apprezzato nell’ambiente. «Non ci sono parole, ma solo vuoto e dolore. Ti ricorderò sempre sorridente e disponibile nei circoli di tennis». E’ solo uno dei molti messaggi di cordoglio apparsi ieri pomeriggio sulla pagina Facebook della vittima. «Una persona davvero per bene – racconta Domenico Ciervo, collega nei circoli di tennis e amico personale di Bettini -. Grande sportivo, attaccato alla vita. Un uomo corretto e rispettato da tutti. Godeva di grande considerazione nel mondo del tennis, tutti si fidavano del suo giudizio. Inoltre amava la montagna, la vita all’aria aperta, e spesso era impegnato nelle marce ad alta quota insieme alla moglie Maria Teresa e ai due figli, Giulia, prossima al matrimonio, e Alberto, studente universitario e istruttore di tennis». Ultimamente il suo impegno era tutto per la ristrutturazione di un piccolo rustico sui Colli Euganei, nel comune di Teolo, dove aveva intenzione di trasferirsi. «Ha dedicato molto tempo a questo progetto – continua a spiegare Ciervo – ma purtroppo non riuscirà a godersi il frutto del suo lavoro». Oltre alla vittima, anche altri due conducenti sono rimasti coinvolti nel tremendo schianto: si tratta di due padovani, uno alla guida della Mazda e l’altro al volante del Fiat Doblò, rispettivamente di 56 e 61 anni. Trasportati d’urgenza al pronto soccorso, sono stati dimessi nel pomeriggio.
L’amico Un uomo corretto, rispettato, che sognava di passare la pensione in un nuovo rustico a Teolo