Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Le categorie compatte «L’abolizione dei voucher spinge al lavoro nero»
LAVORATORI PAGATI A ORE
VENEZIA Si va da una citazione fantozziana «abolire i voucher è una boiata pazzesca» di Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto all’haka del presidente di Confartigianato Agostino Bonomo: «tornerà tutto all black». La brusca accelerazione del governo per scongiurare il referendum ottenuto dalla Cgil in merito ai voucher provoca reazioni negative dalle categorie imprenditoriali che paventano il ritorno massiccio al lavoro in nero.
Fortemente perplesse anche Cisl e Uil. Solo Elena Di Gregorio, segretario regionale della Cgil, parla di «vittoria» e non risparmia una stoccata ai cugini della triplice sindacale: «Il nero era illegale prima e resta illegale adesso, non capisco perché se ne parli come di un’opzione». Certo nella seconda regione italiana per uso di buoni lavoro dopo la Lombardia, il via libera di ieri da parte del Consiglio dei Ministri al decreto legge per l’abolizione tout court non lascia indifferenti. Coldiretti segnala più telefonate da parte di soci alle prese col sovraccarico (smentito dalla direzione regionale dell’Inps) di rete per chi, e sono stati tanti, si è affrettato a registrare i voucher già acquistati. Si parla anche di corsa all’acquisto dei celebri buoni ma, anche qui, l’Inps fa presente che serve tempo per verificare i dati della rete di distribuzione. Quasi 500mila a Padova e Verona, oltre 400mila a Treviso. In Veneto arrivano a oltre 2,3 milioni i voucher venduti da inizio anno. Nel 2015 erano 14 milioni, nel 2016 si è sfondato il tetto dei 17 milioni. A dar retta al grido di dolore delle associazioni di categoria, il prossimo anno, potrebbero trasformarsi in altrettante prestazioni in nero. Fra i più agguerriti c’è proprio Michielli che sbotta: «È una vigliaccata, un cedimento vergognoso del governo timoroso di perdere consensi, insomma, una boiata pazzesca. Così facendo si mettono in difficoltà famiglie, imprese e lavoratori. Senza contare i mancati introiti per l’Inps».
Il presidente di Federalberghi salta a piè pari i condizionali e scandisce: «C’è la certezza matematica che torni il nero. Questo strumento serve nelle emergenze legate alla flessibilità e non sostituisce le normali forme contrattuali». Eppure l’Inps sul «caso Veneto» segnala almeno 300 lavoratori licenziati e «riassunti» a voucher. E poi ancora, un «voucherista» su 4 ha lavorato per la stessa azienda sia con formule di lavoro accessorio sia con altre tipologie contrattuali incluso il tempo indeterminato. Non esattamente il lavoretto occasionale. Dice la sua anche la Coldiretti con Alberto Bertin dell’ufficio legale che segue il tema da anni: «Paghiamo gli effetti di un uso scellerato dei voucher negli altri settori. Non siamo stati dei santi nemmeno noi ma ormai consigliamo da anni alle nostre aziende il contratto stagionale dell’agricoltura. Il governo invece ha deciso di colpire tutti. Per le raccolte di frutta stagionali e la vendemmia è facile prevedere che le aziende agricole, come le altre, si ingegnino». E sull’italico «ingegnarsi» si arrabbia Di Gregorio «il nero è illegale e va perseguito, punto. Per quanto ci riguarda l’abolizione è una vittoria, è aver dato voce ai tanti che vivevano una condizione di disperazione sul lavoro». Di diverso avviso Onofrio Rota, segretario veneto della Cisl «andavano ritarati, non aboliti, ora vediamo che propone il governo, nel frattempo il rischio del nero c’è». Sulla stessa linea Gerardo Colamarco segretario regionale della Uil «così si lasciano privi di una minima tutela quei lavoratori davvero occasionali e eccezionali e si favorisce il nero».
Pollice verso da Confindustria Veneto con Matteo Zoppas che dice che «aver rinunciato al ruolo di regolatori e non nel merito, ma per un mero timore referendario è una doppia sconfitta per le istituzioni».
No secco anche per Confartigianato con Bonomo che usa una metafora: «Abolire i voucher è come chiudere tutte le autostrade perché ogni tanto si verifica un incidente» e i suoi associati di Vicenza rincarano la dose «l’abolizione è un calcolo politico che danneggia le imprese». Fra le province più indignate c’è proprio Vicenza dove i consulenti del lavoro ammoniscono «il funerale dei voucher non andrebbe festeggiato», l’Api dice «è prevalsa l’isteria», mentre la Confindustria berica parla di «atto demagogico, il governo ci ripensi».