Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Usl, al centro prenotazioni scongiurati i licenziamenti
Rimangono 13 esuberi (invece di 62). Ma la Cisl non firma l’accordo
TREVISO «Nessuno resta a casa»: sono le prime parole pronunciate dai portavoce della Cgil dopo l’incontro risolutore sugli esuberi al Cup dell’Usl 2 di Treviso: dei 62 lavoratori che rischiavano di perdere il lavoro, a partire dalla proposta della cooperativa, sono 13 i tagli confermati (tutti tempi determinati), ma con la promessa da parte del direttore generale Francesco Benazzi di riassorbirli negli sviluppi futuri. E proprio l’Usl 2 ha messo sul piatto 700 ore in più rispetto al bando vinto dall’Ati che ora gestirà il centro di prenotazioni e il call center. Così la questione è chiusa, non servirà il passaggio di concordato in prefettura.
Ieri pomeriggio all’ispettorato del lavoro di Treviso la lunga trattativa è stata conclusa con un’intesa. All’incontro erano presenti i sindacati Cgil, Uil e Cisl (che, però, non ha firmato), il direttore dell’Usl 2 e la cooperativa Anthesis.
«L’accordo salvaguarda tutta l’occupazione e tutti i tempi indeterminati, che avranno un posto di lavoro dall’1 aprile, quando inizierà appalto – spiega Marta Casarin (Cgil) -. È l’inizio di un percorso, l’Usl è pronta ad aggiungere altre ore, per noi è un lavoro in itinere». L’accordo prevede un’ora settimanale di solidarietà da parte di tutti i lavoratori confermati: «Quelli a tempo determinato adesso non hanno posto, ma c’è l’impegno che possano avere diritto di precedenza per prossimi 12 mesi».
«Era la soluzione migliore – aggiunge Florio Michielin, Uil -. Appena ci saranno nuovi spazi l’obiettivo è recuperare ore perse e lavoratori, anche quelli che si sarebbero dovuti spostare al call center di Vicenza ma rimarranno a Treviso».
Le 700 ore aggiuntive sono state richieste e ottenute dall’azienda sanitaria: «Ci serviranno per coprire servizi in cui ora siamo carenti, come le segreterie di reparto, nella funzione di chiudere l’accordo e non lasciare a casa i lavoratori – rileva il dg Benazzi -. I nuovi inserimenti avranno tempi brevi fra turnover e pensionamenti».
La Cisl però non ha firmato. «Abbiamo fatto ore di trattative per salvaguardare i posti e le ore contrattuali – rileva Patrizia Manca –, invece 21 lavoratori assunti dopo la scadenza dell’appalto, dal 2015 al 2016, hanno visto ridotto l’orario a 20 ore settimanali invece di 38, la situazione resta grave».
Per le altre parti sociali invece il risultato è positivo: «Soprattutto conoscendo il punto di partenza – chiude Ivan Bernini (Cgil) -. Rimarranno a lavorare 200 persone quando inizialmente era previsto l’esubero di un terzo dei dipendenti. E abbiamo impegni precisi sul ripristino dell’orario anche per i lavoratori a termine».
Pro e contro Bernini (Cgil): «Abbiamo impegni precisi». Manca (Cisl): «Il caso è grave»