Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tentato stupro, rivolta contro i profughi

Bagnoli, donna aggredita vicino all’ex base. Gente in piazza, sindaco in lacrime: «Ora basta»

- Angela Tisbe Ciociola Nicola Munaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Aggredita, sorpresa alle spalle da uno straniero, mentre faceva jogging. Tamara, 40 anni, di Bagnoli, è riuscita a scappare. Ma ora è esplosa la rivolta contro il centro profughi. Gente in piazza, il sindaco in lacrime: «Ora basta». La procura ha aperto un’inchiesta per identifica­re l’autore del tentato stupro.

BAGNOLI DI SOPRA (PADOVA) Una strada costeggiat­a da una pista ciclabile. Tutto intorno, campi a perdita d’occhio e, a tre chilometri, l’ex base militare di San Siro dove dal novembre del 2015 sono ospitati circa 800 profughi. E’ qui che venerdì, nel tardo pomeriggio, come ogni giorno, è andata a correre Tamara, 40 anni, di Bagnoli di Sopra. Ed è qui che è stata aggredita, sorpresa alle spalle da uno straniero. L’ha trascinata per qualche metro, picchiata, ha provato a violentarl­a. Ma Tamara ha reagito ed è riuscita a scappare. A soccorrerl­a è stata una donna che l’ha accompagna­ta a casa. Prima di essere portata in ospedale a Schiavonia, da dove è uscita solo a tarda serata con la diagnosi di una costola rotta, trauma cranico e prognosi di un mese, ha chiamato i carabinier­i. Per ore i militari, anche con l’ausilio delle «Api», le aliquote di primo intervento, hanno battuto la zona coordinati dal colonnello Stefano Iasson, ma il malvivente è scomparso nel nulla. Lungo la strada sono stati ritrovati la bicicletta e il cappello dello straniero.

Il sostituto procurator­e Daniela Randolo ha aperto un fascicolo per violenza sessuale contro ignoti, grazie alla lunga testimonia­nza resa dalla donna ai carabinier­i. Quello che ora gli inquirenti cercherann­o di capire è l’identità dell’aggressore. Una risposta potrà arrivare dall’esame del Dna che il pm disporrà nei prossimi giorni sul cappellino e sulla bicicletta. La speranza per riuscire a dare un nome a chi ha gettato in un campo e picchiato la donna, è che il profilo genetico faccia già parte della banca dati delle forze di polizia. Quello di cui tutti in paese sono sicuri, però, è che si tratti di uno degli ospiti della centro di accoglienz­a di San Siro. E il giorno dopo a Bagnoli, poco più di 3 mila abitanti cui si aggiungono oltre 800 profughi, il clima è teso. Ieri mattina, mentre il prefetto di Padova Renato Francesche­lli faceva visita a Tamara, un centinaio di persone si sono ritrovate vicino la base militare. Un manifestaz­ione estemporan­ea che ha anticipato quella organizzat­a per le 10.30 di stamattina.

Nelle strade di Bagnoli, dove l’argomento principale di conversazi­one è la tentata violenza, la paura cresce. La brutale aggression­e di venerdì sera è solo l’ultimo e più eclatante episodio, ma quello che tutti ormai avvertono è un continuo e crescente senso di insicurezz­a. «Il bello di vivere in campagna, in un paese come Bagnoli, era la tranquilli­tà – racconta una donna -. Ma ora, quando i miei figli scendono nel prato dietro casa per giocare a pallone, sono in ansia finché non rientrano». C’è anche chi teme l’arrivo della bella stagione. «Con il frumento alto nei campi lungo le piste ciclabili, come possiamo essere sicuri a mandare i nostri figli a scuola in bicicletta, soprattutt­o quando le piste sono invase da questi giovani uomini?», si chiede una mamma. «Sono sfrontati, arroganti, maleducati – aggiunge un uomo -, i bambini li vedono in atteggiame­nti osceni in mezzo alla strada. Non si può più andare avanti così». A raccoglier­e l’esasperazi­one di un’intera comunità è il sindaco Roberto Milan, negli occhi lucidi la stanchezza accumulata­si nel corso degli ultimi mesi. «Siamo stati abbandonat­i dal governo – commenta al termine di un incontro teso con il collega di Agna, Gianluca Piva -. Ho sempre difeso la politica dell’accoglienz­a, ma non in questo modo. Non so più neanche io quante volte ho chiesto l’intervento della prefettura, lamentando la crescita degli episodi spiacevoli. Mi dicono che aumenteran­no i carabinier­i e la polizia. Io però non voglio dover fare una passeggiat­a con un militare armato al mio fianco. Non è giusto». Martedì a Treviso Milan incontrerà il ministro degli Interni Marco Minniti: descriverà nuovamente il disagio del suo paese, la rabbia provata, chiedendo ancora una volta una soluzione. «Non possiamo aspettare che si verifichi un altro fatto così grave – conclude -. Pretendiam­o che ci diano ascolto. Deve esistere un’alternativ­a».

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 ??  ?? Alta tensione Leghisti accorsi a Bagnoli. Più in basso, il prefetto Francesche­lli visita la donna aggredita
Alta tensione Leghisti accorsi a Bagnoli. Più in basso, il prefetto Francesche­lli visita la donna aggredita
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