Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La staffa killer non era fissata I familiari pronti a far causa
Padova, sigilli al mezzo dei rifiuti. La famiglia della vittima farà causa. Il padre: voragine sotto di noi
PADOVA La staffa uscita dal camion che venerdì ha decapitato un uomo non era ancorata. Indagini sulle officine di AcegasAps. La famiglia della vittima si affida a un legale.
PADOVA Non c’era nessun fermo a bloccare al camion la staffa killer che venerdì mattina ha decapitato Massimo Bettini mentre era in coda con la sua Nissan Juke in via Vigonovese, a Padova. L’uomo, 59 anni responsabile del centro di smistamento postale di Padova, è stato centrato da uno dei bracci di stabilizzazione del camion dei rifiuti di AcegasApsAmga (Hera), la multiutility che gestisce la raccolta dell’immondizia nella città del Santo. Per ora sul registro degli indagati è finito solo Dario Quaggia, autista del mezzo, sotto inchiesta per omicidio e lesioni colpose.
Secondo le prime risultanze infatti il carrello in cui è inserito il braccio di stabilizzazione (che serve ad alzare il camion da terra nei lavori a motore spento), non aveva nessun blocco. È bastata quindi una curva verso sinistra a far scorrere il braccio all’esterno e a trasformarlo in una trave mortale. Chi era responsabile di ancorare quel fermo? a questa domanda risponderanno le indagini coordinate dalla procura di Padova. Ed è da qui che nasce il nuovo capitolo dell’indagine e che punta dritto alla manutenzione: il mezzo («Non capisco come sia successo, era la prima volta che lo usavo», ha detto l’autista alla polizia) era stato controllato tre mesi fa.
Sono molte le officine cui AcegasAps si affida per le manutenzioni, ma il «timbro» finale sul funzionamento di camion e furgoni verrebbe fatto, stando a quanto si apprende, dall’officina interna all’azienda. Il laboratorio conta una decina di dipendenti e rispetto ad anni fa è stato depotenziato contestualmente a una esternalizzazione dei controlli affidati a ditte esterne. Tra queste c’è la Ecosoluzioni, con sede a Piazzola, che appartiene a Fabrizio Boron, ex assessore all’Edilizia e verde del Comune di Padova che l’anno scorso ha vinto un appalto da 70mila euro per la manutenzione dei mezzi AcegasAps. «Non mi risulta che abbiamo avuto in carico il mezzo che ha provocato l’incidente -dice - le procedure per il controllo dei mezzi sono molto rigide e una volta l’anno interviene anche l’Arpav come ente certificatore». Intanto l’azienda non prevede alcun provvedimento nei confronti di Dario Quaggia, se non ci saranno controindicazioni di tipo psicofisico (l’uomo è seriamente provato per l’accaduto) tornerà al lavoro domani.
Nel frattempo la famiglia della vittima si è affidata a un legale che avvierà il procedimento contro AcegasAps. La moglie e i figli, insieme ai genitori di Massimo, stanno vivendo il loro dolore nella villetta immersa tra i colli Euganei che Massimo aveva scelto per vivere gli anni della pensione. Il padre Enos ieri pomeriggio era in giardino, vagava da solo accompagnato dai suoi cani, immerso in una primavera che di fronte a una simile tragedia appare inopportuna, fuori luogo.
Ieri sua moglie, la madre di Massimo, ha avuto un malore ed è stata portata in ospedale: «Ha passato una notte infernale, poi ha avuto un collasso in mattinata, abbiamo chiamato il 118 e l’hanno portata a fare un controllo, ora si sta riprendendo, ma stiamo affrontando l’inferno – spiega – AcegasAps ci ha fatto arrivare le condoglianze attraverso il nostro vicesindaco, che è un amico di famiglia, ma noi ancora non ci rendiamo conto di cosa è successo, il giorno prima mio figlio mi aveva accompagnato in ospedale per un controllo, poche ore dopo sono arrivati i carabinieri e ci hanno detto dell’incidente, si è aperta come una voragine sotto i nostri piedi». Nessun contatto, invece, con l’autista del mezzo killer. Il solo accenno a Quaggia basta per trasformare il volto di Enos in una maschera di dolore: la voce si spegne, gli occhi si riempiono di lacrime. Nessuna accusa, nessuna rabbia farà tornare in vita Massimo. Questo Enos, lo sa bene.