Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Se i giudici salvano i migranti «bocciati» Accolto il 65% dei ricorsi

RICHIESTE DI ASILO TRIBUNALI CONTRO COMMISSION­I

- Alberto Zorzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA L’allarme era già stato lanciato all’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o: tra l’1 luglio 2015 e il 30 giugno 2016, i richiedent­i asilo hanno invaso il tribunale di Venezia (competente per tutto il Veneto e il Trentino-Alto Adige) con 2712 ricorsi contro la bocciatura da parte delle commission­i territoria­li. Ma il trend era ed è evidenteme­nte in crescita: 1040 ricorsi nel secondo semestre 2015, 1672 nel primo semestre 2016 e infine altri 1824 nel secondo semestre. E il primo bimestre di quest’anno non ha segnato un’inversione di tendenza: oltre 500 ricorsi, in linea per arrivare alla quota di 3496 dell’intero 2016. E il presidente dell’Ordine degli avvocati di Venezia, Paolo Maria Chersevani, aveva rivelato che erano stati costretti ad assumere del personale in più per gestire l’invasione di richieste di gratuito patrocinio, già costato alle casse dello Stato oltre un milione di euro.

Per cercare di far fronte alla situazione, il presidente del tribunale di Venezia Manuela Farini ha deciso di assegnare una parte dei fascicoli, che per area competereb­bero alla terza sezione civile, a tutti i magistrati delle altre sezioni, compresi quelli onorari (i cosiddetti Got), e anche ai giudici del lavoro. Ma il dato più preoccupan­te, benché la statistica sia aggiornata solo allo scorso novembre, è quello dell’esito dei ricorsi. Quelli accolti sono infatti il 63 per cento contro il 37% dei rigetti: la parte restante finisce con altre formule.

Questo significa che fare ricorso «paga», a differenza di quanto aveva sostenuto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia proprio il giorno della cerimonia dell’anno giudiziari­o con una battuta delle sue: «Le commission­i non sono delle sezioni distaccate della Lega e fanno delle istruttori­e molto approfondi­te – aveva detto – i ricorsi accolti sono pochissimi». Tra l’altro pare – ma su questo dati ufficiali non ce ne siano – che la maggior parte dei rigetti arrivi dai giudici togati, mentre quelli onorari tendono ad accoglierl­i.

I profughi chiedono di solito l’asilo politico che è la formula più ampia ma ad essere concessi sono perlopiù la protezione sussidiari­a (che garantisce un permesso di soggiorno di 5 anni, come l’asilo) oppure il permesso di soggiorno umanitario, che invece dura due anni. Ma la sostanza non cambia: il richiedent­e resta in Italia.

Peraltro le nuove norme introdotte dal governo con il decreto legge sulla sicurezza urbana approvato un mese fa porteranno pochi benefici, almeno al tribunale. E’ stata tolta la possibilit­à di fare appello (salvando così le Corti), ma in primo grado restano i ricorsi, che anzi sono destinati ad aumentare perché sono state create 14 sedi distrettua­li al posto delle attuali 26 e dunque a Venezia arriverà anche il carico di Trieste. Il governo ha anche previsto una riduzione dei casi in cui il ricorrente possa essere ascoltato, con la possibilit­à invece di visionare la registrazi­one dell’audizione già avvenuta in commission­e. Questo potrebbe evitare un altro dei problemi che negli ultimi mesi era stato sollevato anche dal personale, ovvero la presenza a tutte le ore di decine di migranti, spesso in condizioni di salute o igieniche precarie: in un caso un ricorrente fu portato in aula con la tubercolos­i (ovviamente non infettiva, ma ci fu una protesta dello stesso magistrato), in un altro un ragazzo si è messo a tagliarsi le unghie in corridoio.

La dirigenza del tribunale ha chiesto alla Corte d’appello di poter avere una guardia giurata in più dell’azienda Sicuritali­a (che già effettua la sorveglian­za all’ingresso), che faccia un servizio anche ai piani per controllar­e che non succedano episodi spiacevoli e sono stati anche già fatti i primi sopralluog­hi per l’installazi­one delle telecamere. Non solo, ma anche, per questo.

I ricorsi dei richiedent­i asilo cui viene negata la protezione incombono sull’intero sistema giudiziari­o del Veneto con numeri importanti visto che in questo momento nelle strutture delle sette province sono presenti circa 12.800 profughi. Verona è in testa con 2.518 ma sarà presto sorpassata da Venezia (oggi a quota 2.150 ma il nuovo bando della Prefettura ne prevede 3.033); Padova è a 2.398 e va verso quota 2.800, Vicenza ospita 2.209 persone. Rovigo e Belluno con 688 e 585 ospiti sono al momento in seconda fila sull’emergenza.

Disagi in aula A tutte le ore del giorno in tribunale a Venezia ci sono decine di migranti, spesso in condizioni igieniche precarie: in un caso un migrante fu portato in aula con la tubercolos­i. Il magistrato ebbe a protestare

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