Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Sinistra Italiana s’incatena a Cona Il ministero: «Stop alle permanenze troppo lunghe»
VENEZIA Un «tavolo» per trasformare l’ex base militare di Conetta in un centro di accoglienza (degna) e temporanea. È l’impegno che il sottosegretario del Ministero dell’Interno, Domenico Manzione, ha preso in seguito all’azione di protesta di Sinistra Italiana svolta ieri durante un’ispezione nel centro di accoglienza più grande del Veneto: i manifestanti - tra cui il deputato Giovanni Paglia e il senatore Giuseppe de Cristofaro – si sono incatenati a sorpresa ai pali di fronte all’edificio principale, a simboleggiare la lunga permanenza che costringe qui i richiedenti asilo. Con loro anche Loris Ramazzina, della rete «Bassa Padovana Accoglie» e Aurora d’Agostino, l’avvocatessa di Giuristi Democratici che ha assistito il marito di Sandrine Bakayoko, la giovane trovata morta nei bagni del campo lo scorso gennaio. Dopo la dimostrazione arriva la notizia, tradotta in inglese e francese, della telefonata tra il sottosegretario del Ministero dell’Interno, Manzione, e l’onorevole Paglia: «Il sottosegretario ha assicurato che si impegna ad aprire un tavolo di confronto per trasformare la base di Cona da centro di alloggio permanente a temporaneo, al massimo per un paio di settimane, creando una condizione di accoglienza migliore», ha riassunto Mattia Orlando, portavoce di Sinistra Italiana . «È la quarta visita che il nostro gruppo fa qui senza che la situazione cambiasse – ha sottolineato Orlando, ed è ora di finirla con la concentrazione permanente in hub, come a Bagnoli e a Cona. I migranti non possono vivere così. Ma se ogni Comune veneto farà la propria parte non sarà un problema». I manifestanti temono che i lavori previsti adeguare la struttura agli 1.050 richiedenti asilo presenti la trasformino in alloggio a tempo indeterminato: si va dall’ adeguamento del sistema fognario, agli alloggi alternativi alle tensostrutture, dove la notte pochi riescono a dormire per il sovraffollamento. Dopo la morte della 25enne ivoriana il centro non accoglie donne, ma secondo gli ospiti ci sarebbero ancora molti minorenni. Circa due settimane fa Mohamed Syla, il marito di Sandrine, attraverso il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) è stato trasferito da Cona a Piove di Sacco, dov’è sepolta la moglie. Per tutti gli altri, però, i giorni passano, e qualcuno sta per compiere un anno e sei mesi di permanenza nel centro.