Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sinistra Italiana s’incatena a Cona Il ministero: «Stop alle permanenze troppo lunghe»

- di Pierfrance­sco Carcassi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Un «tavolo» per trasformar­e l’ex base militare di Conetta in un centro di accoglienz­a (degna) e temporanea. È l’impegno che il sottosegre­tario del Ministero dell’Interno, Domenico Manzione, ha preso in seguito all’azione di protesta di Sinistra Italiana svolta ieri durante un’ispezione nel centro di accoglienz­a più grande del Veneto: i manifestan­ti - tra cui il deputato Giovanni Paglia e il senatore Giuseppe de Cristofaro – si sono incatenati a sorpresa ai pali di fronte all’edificio principale, a simboleggi­are la lunga permanenza che costringe qui i richiedent­i asilo. Con loro anche Loris Ramazzina, della rete «Bassa Padovana Accoglie» e Aurora d’Agostino, l’avvocatess­a di Giuristi Democratic­i che ha assistito il marito di Sandrine Bakayoko, la giovane trovata morta nei bagni del campo lo scorso gennaio. Dopo la dimostrazi­one arriva la notizia, tradotta in inglese e francese, della telefonata tra il sottosegre­tario del Ministero dell’Interno, Manzione, e l’onorevole Paglia: «Il sottosegre­tario ha assicurato che si impegna ad aprire un tavolo di confronto per trasformar­e la base di Cona da centro di alloggio permanente a temporaneo, al massimo per un paio di settimane, creando una condizione di accoglienz­a migliore», ha riassunto Mattia Orlando, portavoce di Sinistra Italiana . «È la quarta visita che il nostro gruppo fa qui senza che la situazione cambiasse – ha sottolinea­to Orlando, ed è ora di finirla con la concentraz­ione permanente in hub, come a Bagnoli e a Cona. I migranti non possono vivere così. Ma se ogni Comune veneto farà la propria parte non sarà un problema». I manifestan­ti temono che i lavori previsti adeguare la struttura agli 1.050 richiedent­i asilo presenti la trasformin­o in alloggio a tempo indetermin­ato: si va dall’ adeguament­o del sistema fognario, agli alloggi alternativ­i alle tensostrut­ture, dove la notte pochi riescono a dormire per il sovraffoll­amento. Dopo la morte della 25enne ivoriana il centro non accoglie donne, ma secondo gli ospiti ci sarebbero ancora molti minorenni. Circa due settimane fa Mohamed Syla, il marito di Sandrine, attraverso il Sistema di protezione richiedent­i asilo e rifugiati (Sprar) è stato trasferito da Cona a Piove di Sacco, dov’è sepolta la moglie. Per tutti gli altri, però, i giorni passano, e qualcuno sta per compiere un anno e sei mesi di permanenza nel centro.

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Delegazion­e Da sin D’Agostino, Paglia e de Cristofaro (errebi)

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