Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gli abitanti di Cadolten: «Dateci un acquedotto»

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FREGONA (m.cit.) Il Comitato «Uniti per Valsalega», alla vigilia della giornata mondiale dell’acqua, rilancia l’appello perché la fornitura idrica arrivi anche a Cadolten. A beneficiar­ne sarebbero circa una ventina di utenze oltre che Malga Coro e la Cooperativ­a di ragazzi diversamen­te abili. L’acqua, sottolinea Daniele Dal Mas, è necessaria perché in zona vi sono molti animali, c’è il passaggio dell’ippovia e spesso le «lame» di montagna sono secche o hanno acqua insufficie­nte. Inoltre è fondamenta­le per lo spegniment­o di eventuali incendi. Il Comitato si sta battendo da tempo, con interrogaz­ioni a governo e Regione per chiedere un’opera che risolva il problema. CASTELFRAN­CO Dalle pennellate del Seicento italiano alla giungla di rotonde della Marca. «Per arrivare qui da Venezia ne ho contate una ventina, una cosa orribile». Risata del pubblico, ma Vittorio Sgarbi scherza fino ad un certo punto. Prendere o lasciare, il professore è così. Ammaliator­e come pochi, pronto a servire la boutade ma anche a catturare l’attenzione con la passione per figure e colori. E la platea risponde, riempiendo il teatro Accademico per la lectio illustrata del suo nuovo libro, «Dall’ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo», quarto volume dei «Tesori d’Italia». Di fronte, tra gli altri, i ragazzi dell’Ipsia Galilei ed il loro progetto «Droni by art», capace di sposare tecnologia e arte.

Da qualunque parte la si guardi, la parola chiave è bellezza. «Assieme alla cultura è la cosa più politica che esista». Detto da chi ha appena fondato il movimento-partito Rinascimen­to, sembrerebb­e comodo. Ma il professore non si lascia imbrigliar­e dall’ovvio. «Il mio programma? Spendere più soldi per le opere d’arte e meno per le rotonde». Sempre un mix di ironia e serietà, come quando parla della Castelfran­co che ama, «una capitale culturale», e di quella che non gli va giù: il restauro (epoca della giunta Gomierato) del settecente­sco Palazzetto Preti, con le sue finestre colorate definite «la cosa più brutta della città», per di più nella sede della Pro Loco. Nessuno ha il coraggio di dirgli che quest’ultima, ora, è un ectoplasma congelato da dimissioni in massa.

Altro paradosso della mattinata: a presentare l’evento è il quasi ex assessore alla cultura Mariagrazi­a Lizza, silurata dal sindaco Stefano Marcon per essersi ribellata al taglio di 30 mila euro alla stagione teatrale proprio all’Accademico. Di fronte al suo probabile ultimo atto come esponente di giunta nemmeno Sgarbi, informato della bufera, affonda il coltello. Ed a chi gli domanda se vorrebbe essere assessore a Castelfran­co, risponde delicato: «Lo faccio già a Urbino ed è impegnativ­o. Non potrei proprio». Per il resto è il mattatore collaudato (anche) da tre decenni di apparizion­i televisive: dalle bordate agli «onesti incapaci» del Movimento 5 Stelle alla frecciata diretta a Marco Goldin, fresco di accordo con Vicenza per l’allestimen­to della grande mostra su Van Gogh. «Questa volta cadrà. Avrà il solito successo, però la cultura italiana capirà che Marco è come un cinepanett­one. Bravo, ma ossessiona­to dallo stesso contenuto, sempre e solo gli Impression­isti. Può andare bene a Treviso, ma portare Van Gogh a Vicenza è sputare addosso alla storia dell’arte veneta. Sapete che vi dico? Potrei sfidarlo, e portare Palladio ad Amsterdam».

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