Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Valanga travolge 4 sciatori trevigiana finisce all’ospedale
Cortina, illeso un altro turista trascinato a valle per 200 metri
CORTINA Quattro scialpinisti travolti da una valanga, ieri a Cortina. Ferita una donna, che ha riportato una distorsione al ginocchio. Per fortuna non è stata una slavina di grossa entità, il capo delegazione del Soccorso alpino delle Dolomiti Bellunesi, Alex Barattin, parla di un fronte di 50 metri per una lunghezza di circa 200. Poco prima delle 16 l’elicottero di Pieve di Cadore è intervenuto sotto Forcella Colfiedo, Croda Rossa, sul versante che dà su Malga Ra Stua, dove una valanga aveva coinvolto un gruppo di quattro scialpinisti: uno di loro era stato trascinato a valle per circa 200 metri senza fortunatamente riportare conseguenze, mentre una donna, B.M.S. di 48 anni residente a Conegliano si era procurata una probabile distorsione del ginocchio.
Sbarcato a circa 2.600 metri di quota con un verricello di 15 metri, il tecnico dell’elisoccorso ha raggiunto e recuperato l’infortunata che, imbarcata, è stata trasportata al Pronto soccorso di Cortina. Gli altri tre sciatori sono invece rientrati per conto loro. Il Soccorso alpino ricorda agli appassionati di essere molto prudenti con la neve di marzo. «Invitiamo tutti — dice Barattin — a prestare attenzione in questo periodo, quando le temperature si alzano verso mezzogiorno. É opportuno pianificare molto bene le gite e rientrare al massimo per le 13. La neve di marzo si scalda e diventa bagnata: si rischia di cadere o, come è successo, si formano delle valanghe». Non si è capito se l’episodio di ieri sia legato ad un distaccamento naturale o se gli scialpinisti abbiano contribuito a far sì che si staccasse la slavina. Pare però che non sia stato aperto un fascicolo in Procura per valanga colposa.
Sempre ieri, ma verso le 13, cinque tecnici del Soccorso alpino di Pieve di Cadore e del Centro Cadore sono intervenuti sotto la chiesa di San Dionisio per aiutare il proprietario di un cane a recuperarlo. Durante un’escursione, infatti, Kima si era improvvisamente allontanato seguendo la traccia di qualche animale. Il padrone, risalito alla sua posizione dal Gps del collare, lo aveva individuato bloccato su uno sperone di roccia, in un punto molto ripido e impervio. I soccorritori sono partiti nella direzione indicata dove nel frattempo l’uomo era riuscito ad avvicinare il cane e a riprenderlo. La squadra gli è quindi andata incontro e lo ha aiutato a ritornare sul sentiero.
C’è da sottolineare che questa stagione sciistica, fortunatamente, ha presentato un numero ridotto di incidenti gravi rispetto al passato. La scarsità di precipitazioni ha limitato molto i fuoripista, che spesso scatenano valanghe di grande portata. A fine febbraio, un 65enne di Bressanone era stato graziato da una valanga a Cimabanche, a Cortina: trascinato a valle per 1509 metri, aveva riportato ferite superficiali. Esito nefasto, invece, per uno sciatore olandese di 47 anni che il 26 gennaio si è schiantato contro le reti della pista «Labirinti» delle Tofane in seguito a una caduta autonoma: l’impatto, avvenuto nei pressi di una delle piste della Coppa del Mondo di sci femminile, ha causato la morte del turista, ucciso dalle ferite riportate. La stagione invernale è stata scossa anche da un altro lutto, provocato da un incidente in parete: mentre si preparava a discendere la cascata ghiacciata della Cattedrale, ai Serrai di Sottoguda (Rocca Pietore), una 41enne di Panchià (Trento) era precipitata nel vuoto per 80 metri, sotto gli occhi del marito. Era il 6 febbraio e solo tre settimane più tardi dalla stessa cascata era caduto il campione dell’arrampicata sportiva, Thomas Bubendorfer, 54 anni, rimasto gravemente ferito dopo l’impatto con la base della parete ghiacciata. Il campione austriaco se l’era cavata dopo diverse ore di apprensione in ospedale.
Barattin La neve di marzo è pericolosa meglio smettere di sciare alle 13 Il Suem Ieri sono stati recuperati anche un cane e il suo padrone