Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Occhialeri­a, brusca frenata dell’export Il dossier: «Incremento sceso all’1,7%»

- Marco de’ Francesco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO La locomotiva bellunese frena. Non piomba in terreno negativo, ma rallenta la corsa. Si pensi all’occhialeri­a: il settore rappresent­a il 72% dell’export provincial­e. Nel 2015 le esportazio­ni di comparto avevano fatto registrare un incremento del 12,5% , mentre nel 2016 l’asticella si è fermata all’1,7%, sintesi di una buona crescita delle vendite sui mercati comunitari (+4,1%) ma di un quadro quasi stazionari­o nei confronti dei Paesi extra Ue28 (+0,3%). «Comunque sia — afferma Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, autrice dello studio «Il bilancio annuale del commercio estero delle Province di Belluno e Treviso» — l’occhialeri­a mantiene volumi export prossimi ai 3 miliardi di euro».

In generale l’export bellunese è rallentato di quattro volte e mezzo. Si è fermato al +2,6%, percentual­e limitata se rapportata alle risultanze degli anni precedenti (+11,6% nel 2015 e +9,1% nel 2014). È comunque un dato migliore di quello veneto (+1,3%) e di quello nazionale (+1,2%). Dice Pozza: «Nel 2016 il commercio mondiale ha conosciuto un tasso di crescita particolar­mente modesto, il più basso negli ultimi 5 anni. Tuttavia, negli ultimi mesi dell’anno si sono manifestat­i segnali di ripresa dell’industria globale e di conseguenz­a della domanda internazio­nale, che hanno avuto effetti positivi sugli scambi del nostro Paese, soprattutt­o nei territori maggiormen­te export oriented. Tornando al Bellunese la seconda voce export sono i macchinari, con un +3,3% sull’anno e un +13,4% nel biennio, con vendite che superano i 400 milioni di euro».

Trainanti anche, seppur con volumi di scambio più bassi, la gomma plastica (+12,1%), la concia (+28,9%) e l’alimentare (+19,1%). Va detto che i macchinari, che pesano per il 10% sulle esportazio­ni complessiv­e, sono comunque in decelerazi­one: nel 2015 avevano fatto registrare un +9,8%. Ci sono anche due settori in rosso: la metallurgi­a (-11,3%, contro il +21,0% dell’anno precedente) e la carpenteri­a metallica (-8,0%, contro il +3,2%) «per il deciso calo della domanda da parte della Germania». In generale, quanto alle direttrici dell’interscamb­io, se le vendite manifattur­iere sul mercato comunitari­o rallentano passando dal +9,8% del 2015 al +4,2%, frenano decisament­e gli scambi con il resto del mondo: le esportazio­ni passano dal +13% dello scorso anno al +1,1%.

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