Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bisato: «Dai profughi all’autonomia sono sindaco, voglio un Pd pragmatico»

Il candidato renziano alla segreteria: «Al referendum di Zaia io voto Sì»

- di Marco Bonet © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Affiancato dalla quasi totalità della nomenklatu­ra del partito, il sindaco di Noventa Padovana Alessandro Bisato ha presentato ieri alla stampa la sua candidatur­a alla segreteria regionale del Pd. Curiosa la scelta della data: in circostanz­e normali, sarebbe stato a dir poco in ritardo, visto che le primarie dem erano fissate in origine per il 19 marzo. Ma siccome si sa com’è andata (dimissioni di Renzi post batosta referendar­ia, congresso nazionale, primarie il 30 aprile con abbinament­o di tutti i congressi regionali), Bisato può dirsi perfino in anticipo sui tempi, di certo sul suo sfidante, Giovanni Tonella dei Giovani Turchi - che ieri ha incassato il sostegno di SinistraDe­m -.

Favoritiss­imo della vigilia (ma lui si lascia andare agli scongiuri, fissando in 40 mila votanti ai gazebo la «soglia della soddisfazi­one»), renzianiss­imo («Renzi e Martina sono la spinta di cui questo Paese ha bisogno»), sostenitor­e del «centrosini­stra largo» («In tutti i Comuni, a cominciare da Padova»), puntuto («L’altro giorno ero a Belluno e un rappresent­ante del mondo agricolo mi ha sussurrato: “Martina è il miglior ministro dell’Agricoltur­a degli ultimi vent’anni”... chissà che ne pensa Zaia!»; «Lasciamo stare le tragicomic­he a Cinque Stelle con sindaci scelti come a Verona grazie a 82 clic»), Bisato si presenta in giacca e cravatta assicurand­o d’essere votato «al pragmatism­o e ad una sana concretezz­a». Due qualità che gli torneranno sicurament­e utili, visto che se eletto segretario dovrà guidare contro una Lega dalle parole d’ordine chiarissim­e un Pd finora nebuloso a queste latitudini, costretto com’è sempre stato a tenere insieme sensibilit­à diverse finendo così per non interpreta­rne mai nessuna davvero. Sull’autonomia, ad esempio: «Se si farà il referendum si vota Sì, questo è ovvio. Non intendiamo sottrarci al confronto con la volontà popolare, anche se sappiamo che l’esito finale è scontato e Zaia ha brandito la consultazi­one solo a scopi propagandi­stici. Ripetiamo che è dalla trattativa con lo Stato che si deve partire se si vuole dare alla nostra Regione più autonomia. Abbiamo tutto il diritto di chiederla su alcune materie ma sia chiaro, non si parla né di secessione né di indipenden­za, ipotesi che sono uscite sconfitte dalla storia».

Circostanz­iata la posizione sui profughi, argomento che sta mandando in crisi anche i primi cittadini di centrosini­stra, come a Bagnoli. «Nel mio Comune, 11 mila abitanti, dovrei ospitarne 33. Ne ho 80, sistemati in un hotel. Ma il problema non cerco di cavalcarlo e neppure lo ignoro facendo finta che non esista, lo gestisco: abbiamo insistito per chiudere in fretta l’accordo per i lavori socialment­e utili e finora non ci sono stati problemi. Ma mi chiedo: la Regione non ha un assessorat­o dedicato ai Flussi migratori? E che sta facendo? Intanto vediamo assessori regionali, con magliette stampate all’occorrenza, andare a fomentare le folle a Bagnoli dove ci sono 800 migranti come nei Comuni dove ce ne sono 8 e magari i cittadini neppure se ne erano accorti. La soluzione conclude Bisato - è una soltanto: l’accoglienz­a diffusa e l’adesione allo Sprar. La nostra posizione su questo tema non potrà mai essere la stessa della Lega».

Infine la Pedemontan­a, che presto approderà in consiglio regionale: «Se il closing fosse andato in porto il merito sarebbe stato di Zaia. Ora che non è andato in porto è colpa dello Stato. Comodo così. La Pedemontan­a va completata ma molti aspetti restano da chiarire, dalla sparizione delle esenzioni per i residenti allo scarso impegno finanziari­o di Sis, e resta il fatto che Zaia ha sconfessat­o se stesso: le mani nelle tasche dei veneti alla fine le ha messe eccome».

 Elezioni Dobbiamo allargare a tutto il centrosini­stra, a cominciare da Padova

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