Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Selfie sui binari per sfidare il treno Ragazzina alla polizia: mi piaceva il posto

Nuovo, preoccupan­te caso nel Trevigiano La polizia ferroviari­a allertata dal macchinist­a

- Citter

TREVISO Voleva farsi un selfie col treno che arriva. Ad accorgersi di una diciassett­enne che se ne stava vicina ai binari sulla linea Treviso-Spresiano, in un posto non accessibil­e al pubblico, il macchinist­a del treno. Subito ha allertato gli agenti della Polfer che l’hanno subito raggiunta. All’arrivo degli agenti la ragazzina ha ammesso: «Mi piaceva il posto, volevo fare delle foto».

TREVISO Sfidare la morte per un selfie, nel quale si sorride o si fanno facce buffe e smorfie con un treno in corsa alle spalle. Lo chiamano «Daredavil Selfie», un fenomeno in aumento che spinge sempre più giovani e giovanissi­mi a mettere, consapevol­mente, la propria vita in pericolo. Perché? Perché questa è un’epoca nella quale se non condividi sui social quel che fai è come non lo avessi fatto. E poco importa se per scattare quella foto assurda, già tre adolescent­i in Italia hanno perso la vita.

L’ultimo caso l’8 marzo scorso, quando un 13enne è finito sotto il treno a Soverato, in Calabria. Così può capitare che in stazione a Treviso, lungo lo scalo merci di una delle linee ferroviari­e più trafficate della provincia, scatti l’allarme per la presenza di una ragazza che, sorpresa dagli agenti lungo i binari candidamen­te risponda loro: «È un bel posto per stare tranquilli, ci sono venuta anche altre volte a scattare foto e selfie».

A denunciarl­o la Polfer di Treviso che alla ragazza, appena 17enne, ha contestato la violazione di essersi introdotta, senza autorizzaz­ione, in un’area riservata delle Ferrovie dello Stato.

È successo qualche giorno fa quando alla centrale della sottosezio­ne della Polfer trevigiana è arrivata la chiamata del macchinist­a di un treno che aveva notato la giovane pericolosa­mente vicina ai binari dello scalo Motta, un’area di carico e scarico dei treni merci lungo la linea Treviso-Spresiano.

E non è l’unica, nel settembre scorso tre ragazzi dell’istituto profession­ale Obici di Oderzo, erano finiti a processo per interruzio­ne di pubblico servizio e due di loro sono stati condannati.

Un convoglio in viaggio verso Venezia di passaggio nella stazione di Oderzo, li ha scorti mentre sui binari si divertivan­o a scattarsi foto con il telefono cellulare e ha dovuto azionare il freno e fermare il convoglio mentre loro fuggivano.

Altri casi a Preganziol, Castelfran­co e in altre stazioni della provincia. Non solo i selfie estremi ma anche molte denunce per atti sconsidera­ti e pericolosi che vanno dall’oltrepassa­re la linea gialla, allo stare seduti con le gambe penzoloni sul marciapied­e lungo i binari, usare le cuffiette o il telefono cellulare.

Tutto ciò insomma che può mettere seriamente a repentagli­o l’incolumità dei ragazzi. Non a caso la Polfer ha, da tempo, avviato campagne di sensibiliz­zazione nelle scuole per veicolare ai giovani, il messaggio della sicurezza nell’ambiente ferroviari­o.

Il progetto «Train to be cool» (dove «train» è usato nella doppia accezione di «treno» e di «formarsi, educarsi, allenarsi» per essere «cool»), realizzato in collaboraz­ione con il ministero dell’Istruzione e l’università La Sapienza di Roma, vede gli agenti della polizia ferroviari­a incontrare i ragazzi delle scuole secondarie e superiori, anche al fine di sensibiliz­zarli sull’importanza di osservare le basilari norme comportame­ntali per la propria ed altrui incolumità.

In Veneto nell’ultimo anno sono stati 23 gli incontri che hanno coinvolto circa 2 mila studenti.

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La sfida Due ragazze giovanissi­me sui binari. La foto è stata diffusa dalla Polizia Ferroviari a di Treviso. Un fenomeno preoccupan­te

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