Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Migliaia di giovani a Vicenza e Verona Il volto del Veneto contro le mafie
VERONA Un tempo si poteva dire che il Veneto era un territorio a rischio di colonizzazione da parte delle mafie. Ora si parla di radicalizzazione. La mafia c’è, e si sente. Ma c’è anche la voce di chi dice no, ed è quella che si è sentita ieri in occasione della «Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie», promossa da «Libera» e «Avviso Pubblico» in oltre 4mila piazze in Europa e America Latina. L’hanno celebrata anche piazze e tribunali di Verona, Padova e Vicenza.
«A Verona l’infiltrazione mafiosa ha contato su imprenditori compiacenti, sia veronesi che originari di altre regioni che, gestendo anche un’ampia parte di attività di natura perfettamente legale, sono risultati di più ardua individuazione, rispetto al rischio d’infiltrazione mafiosa. La provincia di Verona ha mostrato di avere una situazione forse più critica di quanto si pensasse». Ad ascoltare le parole del prefetto di Verona Salvatore Mulas ci sono un migliaio di studenti provenienti da tutta la provincia. Davanti a loro Mulas ha sottolineato lo stato dei fatti, raccontati anche da inchieste giornalistiche e della magistratura.
Ma il prefetto ha mostrato pure gli «anticorpi» antimafiosi: «In un anno e mezzo la prefettura ha emesso nove interdittive antimafia e numerodella se altre sono in fase di definizione, per colpire aziende impegnate nei settori di edilizia, autotrasporto e ristorazione». A sentirlo ci sono ragazzi come Mattia, al quarto anno di ragioneria all’istituto «Calabrese-Levi» di San Pietro in Cariano: «Vivo a Bussolengo e non sapevo che nel mio paese fossero stati sequestrati beni della mafia. Il ruolo di noi giovani? Informarci e parlarne: dappertutto».
Vicenza ha ricordato invece gli uomini che combattono ogni giorno contro la criminalità e li ha premiati perchè hanno smascherato pluripregiudicati che si approfittavano buonafede degli anziani per truffarli, hanno impedito a un’impresa di scommesse in odore di mafia di insediarsi in Veneto. Sono le brillanti operazioni che hanno valso a undici uomini delle forze dell’ordine il premio legalità e sicurezza della Regione. Il riconoscimento, che fa parte della legge regionale sulle misure di prevenzione contro il crimine organizzato e la cultura della legalità, è stato consegnato ieri al Teatro comunale. «Bisogna dare forza alla lotta alle mafie — ha detto durante la premiazione il vicepresidente del Consiglio regionale Bruno Pigozzo — e scegliere contro chi e cosa combattere».
Anche in tribunale a Padova si è svolto un momento di riflessione nella «Giornata nazionale contro la mafia». Nel corso della mattinata si sono susseguite una serie di riflessioni sul tema della giustizia e sulla lotta alla mafia da parte del procuratore capo di Padova, Matteo Stuccilli, del presidente del Tribunale Sergio Fusaro e del presidente degli avvocati Francesco Rossi. E’ inoltre stata ricordata la figura del giornalista Peppino Impastato, vittima della mafia, al quale a Padova è stata dedicata la strada adiacente al Palazzo di Giustizia. (ha collaborato Nicola Munaro)