Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Minniti promette: «Svuoteremo la Serena»
Il ministro dell’Interno rassicura Manildo sulla riduzione del numero dei profughi e l’abbattimento dei tempi per lo status. Polemiche per la diserzione dei sindaci leghisti: «Una decisione vergognosa»
TREVISO Il sindaco Giovanni Manildo l’ha presa come una promessa: «Abbiamo avuto rassicurazione dal ministro sulla riduzione del numero di richiedenti asilo e lo svuotamento della caserma Serena». Oltretutto, la scorsa settimana 70 profughi sono usciti dalla struttura di accoglienza, chi dopo l’esito della commissione territoriale e chi perché trasferito in altre sedi.
Anche Treviso ha avuto la sua risposta ieri pomeriggio durante l’incontro con il ministro dell’Interno Marco Minniti, che ha garantito il rispetto della quota del 3 per mille come proporzione di accoglienza: tre migranti al massimo ogni mille abitanti. Treviso oggi è al 10, tre volte tanto. «La salvaguardia della clausola per noi è fondamentale, il numero massimo di profughi sarà quello e ci arriveremo progressivamente, grazie al patto fra governo ed enti locali – spiega Manildo -. La soppressione di uno dei tre gradi di giudizio per il riconoscimento dello status abbatterà i tempi per la conclusione dell’iter da due anni a sei mesi».
Già da inizio anno la Serena (sovraffollata, con oltre 700 persone) aveva visto uscire alcuni ospiti: «Lo svuotamento però si otterrà solo con l’accoglienza diffusa e continueremo a sostenere questa soluzione, anche se oggi meno di metà dei sindaci trevigiani risponde». E lo testimonia un auditorium vuota per metà. Infatti, mentre Minniti faceva il suo esordio nella Marca accompagnato dal prefetto Laura Lega, le luci in sala evidenziavano la mancanza di tutti i sindaci leghisti e qualcuno del centrosinistra. Il Carroccio dopotutto aveva già disertato tutti gli incontri collettivi in Prefettura e quello con l’ex premier Renzi (e se mancano i leghisti, maggioranza in provincia, di conseguenza le sale si svuotano).
«È un’occasione persa per loro – continua Manildo -. Volevamo un confronto, gli assenti hanno sempre torto». «La Regione è colpevolmente latitante – riflette il sindaco di Vittorio Veneto Roberto Tonon -. Nella nostra città da due anni abbiamo non il 3 bensì il 9,5 per mille di richiedenti asilo. Tolleriamo l’emergenza, non quando i tempi vengono dilatati senza una data di scadenza. La disponibilità a collaborare c’è, la promessa di risolvere le pratiche in 6 mesi è un patto con il territorio, ma serve l’accoglienza diffusa».
«La direzione è giusta, ora lavoriamo sui tempi – chiosa Paolo Galeano, sindaco di Preganziol -. Minniti è un ministro in gamba e concreto, averlo avuto da 3 anni invece che da 3 mesi avrebbe messo il nostro territorio in una condizione diversa».
Da Minniti però alcuni sindaci si aspettavano di più: la platea chiedeva di carte d’identità, iscrizioni anagrafiche e seconda accoglienza, ma sono rimaste domande in sospeso. «Abbiamo sentito la vicinanza del ministro ma mi aspettavo un passaggio in più sul territorio – chiude Miriam Giuriati, sindaca di Casier -, non è entrato nel concreto delle dinamiche locali ma è qui abbiamo chiesto aiuto, e si è visto anche dalla sala vuota». E proprio agli assenti si rivolge la sindaca: «È vergognoso che quei sindaci non siano venuti, non si istigano le piazze dal divano di casa».