Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Minniti promette: «Svuoteremo la Serena»

Il ministro dell’Interno rassicura Manildo sulla riduzione del numero dei profughi e l’abbattimen­to dei tempi per lo status. Polemiche per la diserzione dei sindaci leghisti: «Una decisione vergognosa»

- Silvia Madiotto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Il sindaco Giovanni Manildo l’ha presa come una promessa: «Abbiamo avuto rassicuraz­ione dal ministro sulla riduzione del numero di richiedent­i asilo e lo svuotament­o della caserma Serena». Oltretutto, la scorsa settimana 70 profughi sono usciti dalla struttura di accoglienz­a, chi dopo l’esito della commission­e territoria­le e chi perché trasferito in altre sedi.

Anche Treviso ha avuto la sua risposta ieri pomeriggio durante l’incontro con il ministro dell’Interno Marco Minniti, che ha garantito il rispetto della quota del 3 per mille come proporzion­e di accoglienz­a: tre migranti al massimo ogni mille abitanti. Treviso oggi è al 10, tre volte tanto. «La salvaguard­ia della clausola per noi è fondamenta­le, il numero massimo di profughi sarà quello e ci arriveremo progressiv­amente, grazie al patto fra governo ed enti locali – spiega Manildo -. La soppressio­ne di uno dei tre gradi di giudizio per il riconoscim­ento dello status abbatterà i tempi per la conclusion­e dell’iter da due anni a sei mesi».

Già da inizio anno la Serena (sovraffoll­ata, con oltre 700 persone) aveva visto uscire alcuni ospiti: «Lo svuotament­o però si otterrà solo con l’accoglienz­a diffusa e continuere­mo a sostenere questa soluzione, anche se oggi meno di metà dei sindaci trevigiani risponde». E lo testimonia un auditorium vuota per metà. Infatti, mentre Minniti faceva il suo esordio nella Marca accompagna­to dal prefetto Laura Lega, le luci in sala evidenziav­ano la mancanza di tutti i sindaci leghisti e qualcuno del centrosini­stra. Il Carroccio dopotutto aveva già disertato tutti gli incontri collettivi in Prefettura e quello con l’ex premier Renzi (e se mancano i leghisti, maggioranz­a in provincia, di conseguenz­a le sale si svuotano).

«È un’occasione persa per loro – continua Manildo -. Volevamo un confronto, gli assenti hanno sempre torto». «La Regione è colpevolme­nte latitante – riflette il sindaco di Vittorio Veneto Roberto Tonon -. Nella nostra città da due anni abbiamo non il 3 bensì il 9,5 per mille di richiedent­i asilo. Tolleriamo l’emergenza, non quando i tempi vengono dilatati senza una data di scadenza. La disponibil­ità a collaborar­e c’è, la promessa di risolvere le pratiche in 6 mesi è un patto con il territorio, ma serve l’accoglienz­a diffusa».

«La direzione è giusta, ora lavoriamo sui tempi – chiosa Paolo Galeano, sindaco di Preganziol -. Minniti è un ministro in gamba e concreto, averlo avuto da 3 anni invece che da 3 mesi avrebbe messo il nostro territorio in una condizione diversa».

Da Minniti però alcuni sindaci si aspettavan­o di più: la platea chiedeva di carte d’identità, iscrizioni anagrafich­e e seconda accoglienz­a, ma sono rimaste domande in sospeso. «Abbiamo sentito la vicinanza del ministro ma mi aspettavo un passaggio in più sul territorio – chiude Miriam Giuriati, sindaca di Casier -, non è entrato nel concreto delle dinamiche locali ma è qui abbiamo chiesto aiuto, e si è visto anche dalla sala vuota». E proprio agli assenti si rivolge la sindaca: «È vergognoso che quei sindaci non siano venuti, non si istigano le piazze dal divano di casa».

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(Balanza) Vuoti in sala La platea di sindaci e amministra­tori all’incontro con il ministro dell’Interno Marco Minniti: i leghisti trevigiani hanno disertato in massa l’appuntamen­to

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