Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scultura, video, spazi Baratta: «Progetto frutto di visione»
Il ministero come finanziatore principale (600mila euro) e Fendi come main sponsor. Quasi tremila metri quadri di spazio espositivo in cui il veneziano Giorgio Andreotta Calò ha immaginato una grande installazione ambientale in dialogo con la copertura del maestoso edificio dell’Arsenale, per ampliarne (ancora di più) i volumi. Uno spazio molto esteso anche per l’installazione scultorea di Roberto Cuoghi, che sperimenterà nuove tecniche e materiali, così come l’installazione video della giovane italo libanese Adelita Husny- Bey, che nel suo progetto ha coinvolto un gruppo di adolescenti di New York. E l’idea «rivoluzionaria» rispetto al passato recente per il Padiglione Italia: tre artisti invece che dei molti artisti. Dai duemila di Sgarbi del 2001 ai 15 del 2015. Il presidente della Biennale Paolo Baratta, ieri a Roma per presentare il Padiglione insieme alla curatrice Cecilia Alemani e a Federica Galloni del Mibact, ha colto la novità nel profilo internazionale della curatrice. «Questa volta — ha detto il presidente — il Padiglione Italia è affidato a una curatrice alla quale è noto l’evolversi dell’arte nelle varie parti del mondo, e quindi in grado di selezionare, col necessario coraggio, opere e artisti, e di rendere così al pubblico il servizio più utile che un’esposizione come la Biennale può fare al visitatore». «Nel corso degli anni - ha aggiunto il presidente - sono state chiamate figure che nel gergo della letteratura sulle esposizioni d’arte contemporanea potrebbero essere classificate come critici-curatori o curatori-curatori. E abbiamo potuto riscontrare differenze non da poco su ciò che un Padiglione può rappresentare. Sono state compiute scelte di artisti individuati solo per la loro vivacità, oppure scelte ispirate a qualche tesi intorno all’arte contemporanea in Italia, riguardanti gli sviluppi propri dell’arte o il rapporto tra società italiana e arte contemporanea. In questo alternarsi di decisioni leggiamo anche, in positivo, il fatto che la selezione del curatore è stata dettata essenzialmente da motivi artistici».