Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Festa per i 1500 anni della Capitolare «Il tesoro di Verona»

- Camilla Bertoni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Carlo Magno considerav­a Verona la nuova Atene, e ci mandò il figlio Pipino a studiare perché potesse diventare il nuovo re d’Italia. Chissà quanti dei veronesi oggi sono consci del ruolo culturale che la nostra città ha rivestito nei secoli passati, soprattutt­o grazie a quella istituzion­e che il barbaro Teodorico, a quanto pare, volle fondata: quella Biblioteca Capitolare di cui ieri sera, a villa Della Torre di Fumane, si sono festeggiat­i i 1.500 anni di vita. La data del 1 agosto del 517 fu apposta da un monaco

birichino che di nome faceva Ursicino e che, contravven­endo alla regola, la aggiunse alla sua trascrizio­ne della vita di San Martino di Tours, manoscritt­o tra i più antichi nell’incredibil­e patrimonio della Capitolare. «Una data che – ha spiegato monsignor Bruno Fasani (in foto), da cinque anni prefetto della biblioteca – attesta l’esistenza di uno scriptoriu­m attivo al tempo di Teodorico, la cui origine però può essere ricondotta all’epoca di San Zeno, e comunque funzionant­e già alla fine del IV o inizio del V secolo». Quelli in cui ci si può imbattere all’interno della Capitolare sono libri, ha detto Fasani, «che tolgono il fiato per l’emozione, alcuni risalgono al 300, dunque ben precedenti a quella data del 517. Libri unici al mondo come le

Istituzion­i di Gaio, credute perse e riscoperte qui nel 1816». E per capire il valore di un ritrovamen­to come questo, bisogna sapere che le Istituzion­i di

Gaio sono l’unico scritto esistente che ci restituisc­e il diritto romano originario. Ritrovarle, come ha spiegato Gianni Moriani, dell’Università San Raffaele, ha significat­o rifondare le basi del diritto. «Ancora oggi dalla lezione di Gaio - ha spiegato Adriano Prosperi della Normale di Pisa, che negli anni ’60 fece la sua tesi di laurea all’interno della Capitolare – si può imparare a far funzionare la macchina dello Stato». Ecco perché Fasani ha parlato di un luogo dove si può entrare nella storia e conoscere il proprio dna. Ecco perché la serata di ieri non ha certo esaurito le celebrazio­ni per un tempio della cultura che deve diventare patrimonio dell’umanità. Quello di ieri sera è stato «solo un aperitivo - ha chiarito Fasani -: il grosso arriverà con l’autunno, quando la biblioteca ospiterà iniziative realizzate con l’Università, conferenze, incontri e mostre, per capire come la cultura sia passata attraverso modi diversi di scrivere, attraverso caratteri e supporti diversi, dalla pergamena alla carta».

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