Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dopo aver ucciso l’ex incinta Mihail è andato al Bingo

Mihail davanti al giudice. La madre di Irina, morta incinta: «Resti per sempre in cella»

- Citter

CONEGLIANO Mihail Savciuc, dopo aver ucciso a sassate e nascosto nel fossato la sua ex fidanzata Irina, rimasta incinta, 21 anni, è andato a giocare al Bingo a Conegliano. «Sfogando» così il nervosismo. Lo studente di 19 anni, ieri è stato interrogat­o dagli inquirenti e il suo avvocato ha chiesto i domiciliar­i. Ma rimarrà in carcere. «Deve restarci per sempre», è la dura reazione della mamma di Irina.

CONEGLIANO Mentre sul corpo di Irina e del suo bambino, le fattezze della morte prendevano il posto di quelle della vita, Mihail Savciuc giocava al Bingo a Conegliano. Così, lo studente 19enne di Godega Sant’Urbano, ha reagito all’enormità dell’orrore che aveva appena commesso. Sfogando il nervosismo accumulato contro l’ex fidanzata tra cartelle ed estrazioni di numeri, nella speranza di afferrare una qualche vincita.

Sentiva di aver già vinto quella notte Mihail, eliminando Irina Bacal, l’ex fidanzata 20enne che voleva a tutti i costi diventare la madre di suo figlio, il piccolo che portava in grembo da circa 6 mesi. Con lei discuteva da settimane, cercando di convincerl­a a sbarazzars­i di quel piccolo che lui non voleva. Lo ha confessato ieri, durante l’interrogat­orio di convalida davanti al gip Bruno Casciarri e al sostituto procurator­e Mara Giovanna De Donà. Ha confermato quanto aveva già confessato mercoledì notte, quando ha portato gli inquirenti nel bosco di via Manzana a Formeniga, mostrando loro dove aveva nascosto il corpo della giovane. E ha raccontato che, dopo averla uccisa, con quella che gli inquirenti definiscon­o una «crudeltà efferata», ha ripreso la macchina e percorso al contrario i tornanti dei colli tra Vittorio Veneto e Conegliano, raggiungen­do la sala Bingo al Biscione dove, con quelle stesse mani con le quali poco prima le aveva sfondato il cranio a sassate per poi finirla strangolan­dola, ha giocato con numeri e pedine. «Volevo stare un po’ per conto mio, per sfogare il nervosismo» ha spiegato.

Sempre freddo, sempre sprezzante. Anche dopo un giorno passato in carcere, davanti al giudice si è presentato con il distacco riservato anche agli investigat­ori del commissari­ato che lo hanno fatto crollare dopo ore di interrogat­orio. «Non avevo intenzione di ucciderla quando l’ho portata lì. Ho perso la testa» ha ripetuto impassibil­e.

Il suo avvocato Daniele Panico, ha chiesto al gip di valutare la possibilit­à di una misura alternativ­a al carcere, vista la giovane età del ragazzo. Ma, stante anche il parere negativo della procura, l’istanza è stata respinta. E così Mihail è tornato in cella, con le accuse di omicidio pluriaggra­vato dallo stato di gravidanza di Irina e dal fatto di aver commesso il delitto di notte, oltre che di occultamen­to di cadavere. Alle quali potrebbe aggiungers­i quella della crudeltà riservata alla vittima.

Per contestarl­a la procura attende l’esito dell’autopsia, che sarà eseguita la prossima settimana e che servirà anche a stabilire l’esatta età gestaziona­le del bambino: «Non credo abbia ancora realizzato davvero la portata di quello che è successo – spiega il suo avvocato Daniele Panico -. Non parla, è come isolato dal mondo. Oggi quando l’ho rivisto aveva gli occhi lucidi, ma poi è tornato ad essere distaccato, penso perché non riesce ad esternare il dolore che ha dentro».

Secondo il suo legale Mihail sarebbe pentito, anche se è difficile crederlo di un ragazzo capace di uccidere l’ex fidanzata incinta e subito dopo andare a giocare al Bingo. Non ci crede mamma Galea che ieri è stata per ore nell’appartamen­to di via Martiri dove Irina viveva, per raccoglier­e gli abiti e gli oggetti che raccontano la vita di una figlia persa per sempre. Con lei la sorella, con la quale vive a Conegliano, che non trattiene la sua rabbia: «La mia nipotina è stata uccisa da un criminale. Deve pagare». E’ disperazio­ne pura quella che si legge negli occhi di queste donne che, emigrate in Italia per cercare un futuro migliore, hanno visto il loro bene più prezioso sprofondar­e in un abisso di odio e morte: «Ci ha rubato due angeli. Mia figlia non torna più, ma nemmeno lui deve più tornare: deve rimanere in cella perché è un criminale».

L’assassino In aula è rimasto freddo, quasi sprezzante. Il legale: «Con me aveva gli occhi lucidi, ma non riesce ancora a esternare il suo dolore»

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