Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Stefanel, accordo sul salvataggio di Attestor-Oxy
C’è l’intesa: le banche rinunciano a 25 milioni. Causa al fondatore per fondi non versati
Stefanel, accordo sul salvataggio. La società passerà ai fondi Attestor-Oxy, che metteranno 10 milioni. L’ex patròn Giuseppe Stefanel rimarrà presidente. Ma la società gli fa causa per 5 milioni non versati.
TREVISO I fondi Attestor ed Oxy si prendono Stefanel, investendo 10 milioni di euro sul rilancio. In un’operazione di ristrutturazione nell’arco di cinque anni, che fa passare in mani inglesi la società della moda trevigiana da tempo in crisi, facendo leva sulla disponibilità delle banche creditrici a mettere in conto sacrifici per 37,5 milioni. Il tutto mentre il patròn Giuseppe Stefanel scenderà in prospettiva ad una quota intorno al 12,5%, pur mantenendo il ruolo di presidente non operativo. E questo nonostante la società abbia fatto causa al suo vecchio socio di riferimento, per i 5 milioni che si era impegnato a versare tre anni fa e non ancora giunti.
Il quadro del salvataggio della società è stato fissato ieri con la firma dell’accordo-quadro tra Stefanel spa e i fondi specializzati nella ristrutturazione Attestor ed Oxy - inglese il primo, che ha come braccio operativo in Italia il secondo, gestito dai finanzieri Stefano Visalli e Stefano Romanengo -, a seguito del via libera delle banche all’intesa per la ristrutturazione del debito e a all’accordo tra i fondi e la vecchia proprietà. L’intesa annunciata ieri, che ricalca lo schema usato da Attestor-Oxy nel precedente della società veronese della termomeccanica Ferroli, mette le basi per chiudere la crisi di Stefanel. Questo presentando entro il 5 maggio la versione definitiva dell’accordo di ristrutturazione (che ha tre le condizioni decisive l’esclusione per Attestor-Oxy dall’obbligo di dover lanciare un’Opa) e chiedendo l’omologa al tribunale di Treviso, che permetterebbe di passare al concordato in bianco. Da lì si uscirà con il ritorno in bonis della società, presumibilmente entro agosto, attraverso il via libera del Tribunale al piano di rilancio e al nuovo assetto proprietario.
Per intanto Stefanel vede garantita la sua operatività. Il primo fronte dell’accordo, su cui la società chiederà il via libera al tribunale, è l’iniezione in un paio di settimane da parte di Attestor in Stefanel, attraverso il fondo controllato Trinity Investment, di 10 milioni di euro per la continuità. In questa prima fase i fondi inseriranno un manager temporaneo con deleghe, che affiancherà nella gestione l’amministratore delegato Achille Mucci; lo stesso Visalli poi dovrebbe sedere nel cda.
Se il tribunale darà il via libera al concordato in bianco, ci sarà poi tempo per confermare la parte successiva del piano, quella del rilancio. I 10 milioni di Attestor-Oxy, formalmente restituiti, verranno confermati come nuova finanza; al fianco di questi Giuseppe Stefanel verserà una cifra compresa tra 1,25 e 2,5 milioni di euro, mentre alcune banche erogheranno nuove linee per 12,5 milioni. I 25 milioni di euro complessivi di nuova finanza determineranno un assetto azionario della nuova Stefanel per il 75% in mano ad AttestorOxy, mentre all’interno della quota di minoranza l’ex patròn manterrà il 12,5%. Pur senza deleghe operative, Stefanel manterrebbe il ruolo di presidente, nell’ambito di un progetto di rilancio condiviso.
Ciò nonostante nel frattempo la società abbia reso noto di aver avviato una causa civile proprio nei confronti dell’imprenditore per la quota - fino a 5 milioni di euro - che si era impegnato a versare nella società come capitale ancora tre anni fa, nel corso della prima ristrutturazione del debito con le banche. Soldi mai giunti per una diversa interpretazione sugli obblighi contrattuali, finita ora davanti al tribunale.
L’altro elemento determinante per l’accordo di rilancio è la disponibilità delle banche (Monte Paschi, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Bnl) ad accettare la rinuncia a 25 milioni di euro di crediti bancari, 15 dei quali in cambio dell’emissione di strumenti finanziari partecipativi, capaci di garantire un ritorno se il rilancio della società sarà positivo e la spa sarà rivenduta al termine del piano di cinque anni. Un sacrificio di non poco conto per le banche, visto che tra crediti stralciati e nuovi prestiti per sostenere il piano di rilancio il conto sale a oltre 37 milioni di euro. Il resto dei 67 milioni di crediti pregressi viene ristrutturato in un’unica linea di credito, in scadenza a fine 2022, data che dà anche un’idea dei tempi entro quali ci si attende la cessione della società ritornata in bonis.
Punto d’arrivo di un piano tutt’altro che semplice e privo di rischi. Ma sul quale i fondi Attestor-Oxy scommettono, nonostante gli anni di crisi nera accumulati fin qui, con perdite nel solo 2016 per 14 milioni di euro che hanno azzerato il patrimonio (ora negativo per 2,1 milioni di euro). I fondi sono convinti di poter far leva su tre elementi: una rilevante tradizione nella maglieria femminile, un marchio ancora di forte riconoscibilità e la possibilità di capitalizzare su importanti miglioramenti operativi, a livello industriale, di catena di fornitura e di miglioramento delle collezioni.