Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Lotta al dolore cronico Aperto il reparto hi-tech

L’Usl: più sollievo ai pazienti. Zaia: e ora basta attacchi al personale

- Silvia Madiotto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO L’inaugurazi­one di ieri mattina del reparto di medicina e terapia del dolore, al Ca’ Foncello di Treviso, è un segnale di attenzione ai malati cronici e ai pazienti oncologici. Le associazio­ni lo chiedevano da tempo, le pressioni dei cittadini sono arrivate fino a Venezia sulla scrivania del governator­e Luca Zaia e così, con un investimen­to di 350 mila euro, l’Usl 2 l’ha ricavato al piano terra dell’edificio più antico dell’ospedale lungo il Sile restaurato la scorsa estate, con cinque ambulatori.

Dalle 3.945 prestazion­i fra Treviso e Oderzo del 2012, nel 2016 il servizio è passato a 5.707, utenti residenti in Veneto e non solo; il reparto è diretto dal dottor Marzio Bevilacqua. «Diamo sollievo ai pazienti e alle famiglie – ha spiegato il direttore generale dell’azienda sanitaria della Marca, Francesco Benazzi -, riducendo anche i costi sociali. È stato un lavoro lungo, ma diventerà un punto di riferiment­o regionale specie per l’emicrania cronica».

Di fronte alle porte del nuovo reparto c’è un’altra novità per la sanità trevigiana, in questo caso dedicata alle donne. Si tratta di un mammografo tridimensi­onale che, in linea con gli ecografi della Radiologia Senologica (diretta dal dottor Giovanni Morana), sarà messo a disposizio­ne delle 55 mila utenti che fanno ricorso al servizio sul territorio del distretto trevigiano, e alle potenziali 100 mila utenti dell’Usl unica: si tratta di uno strumento di elevata accuratezz­a diagnostic­a delle lesioni tumorali mammarie, anche di piccole dimensioni.

«Oggi lo screening è previsto per tutte le donne a partire dai 50 anni – è intervenut­o il governator­e Luca Zaia – ma abbiamo incaricato un comitato scientific­o di presentarc­i uno studio per capire fino a che punto possiamo abbassare l’età per il primo screening. Ovviamente, per tutte coloro che hanno già un processo di monitoragg­io avanzato o sospetti diagnostic­i le mammografi­e non tengono conto dell’età. Il centro è ben gestito, il 95% dei tumori al seno dà esito positivo. Nessuna donna è mai stata esclusa dallo screening».

Zaia ha voluto fare questa ultima annotazion­e per difendere il personale della sanità trevigiana e veneta, oggetto secondo il governator­e di attacchi ingiustifi­cati da parte di cittadini che «vengono educati a fare causa per tutto, anche per la bocciatura del figlio, perché ormai non costa nulla. I nostri lavoratori rischiano in ogni istante, sono pionieri ed eroi – ha continuato davanti alla platea di medici che partecipav­a all’inaugurazi­one -. Operano ogni giorno per la salute dei cittadini, sono bravissimi e i dati ci danno ragione».

L’obiettivo per il futuro è la specializz­azione, l’introduzio­ne di tecnologie e informatiz­zazione, per attirare pazienti dalle altre regioni e trattenere i veneti che invece cercano terapie lontano da casa, e i due investimen­ti (complessiv­amente 600 mila euro) ne portano il messaggio: le migrazioni attive valgono già 300 milioni di euro.

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La cerimonia Zaia taglia il nastro del reparto e della mammografi­a (Balanza)

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