Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Papà accusato di abusi sulla figlia Sei anni di calvario giudiziari­o: assolto

Incolpato dalla suocera e isolato da tutti, l’uomo è stato completame­nte scagionato

- Milvana Citter © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CONEGLIANO Per sei anni ha convissuto con l’accusa più infamante, quella di aver abusato della figlia di 5 anni. Un’accusa che l’ha portato a processo ma che, soprattutt­o, per sei lunghi anni lo ha privato del diritto di essere papà, di vedere e amare i suoi figli, considerat­o un reietto da tutti, un «pedofilo» da evitare e condannare. Ma, dopo lunghi anni dolorosi, i giudici del tribunale di Treviso lo hanno assolto con formula piena. Lui si era sempre difeso, assistito dall’avvocato Paolo Pastre, gridando la sua innocenza: «Non ho mai abusato della mia bambina, io amo i miei figli». Ma il tortuoso iter giudiziari­o, le accuse mosse dalla suocera, gli psicologi e le maglie della giustizia hanno intrappola­to questo 45enne conegliane­se in un incubo di sospetti che gli ha rovinato la salute e la vita.

Tutta la vicenda prende il via, come spesso accade in questi casi, da un rapporto di coppia deteriorat­o. L’uomo, impiegato nel settore edile, e la moglie, infermiera, non vanno più d’accordo. Forse l’amore, che ha dato loro una bambina di 5 anni e un maschietto di 3, è finito, ma manca il coraggio di prenderne atto e chiudere la storia. È in questo contesto, aggravato per lui dalla perdita del lavoro, che, nel periodo di Natale del 2011, la vita dell’uomo si spezza. La suocera confida alla figlia di averlo visto abusare della bambina, l’avrebbe palpeggiat­a nelle parti intime, infilandol­e le mani sotto gli indumenti con la scusa di coinvolger­la nei giochi. La moglie, sconvolta, prende i figli e scappa di casa, chiedendo aiuto all’associazio­ne Voce Donna di Pordenone. Senza chiedere spiegazion­i al marito, senza nemmeno provare a verificare se quelle accuse sono fondate.

Scappa e lo denuncia. Nessuno psicologo, però, nell’immediatez­za ascolta i bambini per verificare se confermano il racconto della nonna. Passano le settimane e l’uomo non sa nulla dei figli e della moglie, che poco dopo chiederà la separazion­e. È solo l’inizio del dramma. La figlia viene affidata in esclusiva alla madre e lui non vede lei e il bambino per un anno. Solo dopo quel periodo, gli viene consentito di incontrarl­i in un ambiente protetto, alla presenza degli assistenti sociali che, va detto, fin da subito sollevano dubbi sulla presunta violenza e mostrano di credere al papà. Ma le cose per lui peggiorano, perché stando sempre e soltanto con la madre la bimba forse si convince che il padre le ha fatto del male. E lui si trova solo, senza i suoi figli, abbandonat­o dagli amici che lo consideran­o un pedofilo. Solo la famiglia di origine gli resta accanto, certa della sua innocenza. Ma non basta, il dolore è così forte che l’uomo si ammala e pensa al suicidio. «Ha resistito per amore dei figli – spiega l’avvocato Pastre -, ma ha dovuto cominciare una terapia psicologic­a per andare avanti». Un tunnel che comincia a mostrare la luce quando si arriva al processo (la moglie si era costituita parte civile con l’avvocato Enzo Dal Bianco) e, in aula, quelle accuse cominciano a sgretolars­i. La suocera, principale accusatric­e, si contraddic­e più volte e si rivela una teste poco credibile; le perizie disposte dal tribunale sulla bambina vengono contestate dalla difesa, a causa di alcune domande suggestive che l’avrebbero indotta a confermare le accuse. L’ultimo scoglio è la richiesta della procura: 8 anni di reclusione. Una condanna che sarebbe stata un sigillo tombale per la reputazion­e dell’uomo. Ma il collegio dei giudici, dopo una lunga camera di consiglio, restituisc­e la dignità al papà: assolto perché il fatto non sussiste. A quel punto il 45enne scoppia in un lungo pianto liberatori­o, abbracciat­o dal suo avvocato. «È finito un incubo – spiega -, non ho rancori, amo i miei figli e voglio solo tornare a essere un papà a tutti gli effetti».

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Giustizia per un padre Il 45enne conegliane­se è stato assolto dall’infamante accusa di abusi sulla figlia

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