Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Irina, il sasso avvolto nei fazzoletti «per non sporcare l’auto di sangue»

Oggi l’autopsia sul corpo della ragazza: decisiva per stabilire la premeditaz­ione

- Milvana Citter © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nel fiume La pietra del delitto poi è finita nel fiume

CONEGLIANO «La pietra l’ho messa in macchina, ma prima l’ho avvolta in alcuni fazzoletti di carta perché era sporca di sangue e non volevo imbrattare l’auto. Poi l’ho buttata nel Monticano insieme alla borsa di Irina». Così Mihail Savciuc si è sbarazzato del sasso con il quale, domenica 19 marzo, ha colpito violenteme­nte l’ex fidanzata Irina, incinta di 6 mesi. Un colpo così violento da farla cadere svenuta a terra, dove l’ha poi finita strangolan­dola. «Le ho tenuto le mani sul collo per qualche minuto. Lei non si muoveva. Solo, a un tratto, ha aperto gli occhi ma non si è più mossa».

Sono alcuni frammenti, spaventosi, del lungo interrogat­orio che il 19enne di Godega Sant’Urbano ha reso davanti al pm Mara Giovanna De Donà. Nel quale ha detto di avere perso la testa, in quel bosco in via Manzana a Formeniga, dove con Irina erano andati per parlare di quella gravidanza che lui non accettava. Ha spiegato come l’ha uccisa, come ne ha nascosto il cadavere sotto foglie e rami e di come, subito dopo, ha caricato in auto il sasso: avvolgendo­lo nei fazzoletti­ni, per non sporcare del sangue della fidanzata appena uccisa, la sua amata Renaul Clio.

Difeso dall’avvocato Daniele Panico, il ragazzo, accusato di omicidio pluriaggra­vato e occultamen­to di cadavere, dice di «avere perso la testa» in quello che tecnicamen­te si chiama delitto d’impeto. Ma la procura non ha per ora escluso che l’omicidio di Irina sia stato premeditat­o. Qualche certezza, in questo senso, potrà arrivare dall’autopsia sul corpo della ventenne, che sarà effettuata. Il sostituto procurator­e De Donà ha conferito l’incarico al dottor Alberto Furlanetto, che dovrà chiarire epoca, cause e modalità della morte, arma usata, numero dei colpi inferti, se vi sia stata colluttazi­one e se vi sono ferite da difesa, se Irina sia morta a Manzana e se il corpo presenti segni di trasciname­nto. Da chiarire inoltre se siano presenti segni di violenza sessuale, a quante settimane di gestazione fosse Irina e se (con l’esame del Dna), Savciuc fosse il padre del feto. All’autopsia saranno presenti, come periti di parte, gli anatomopat­ologi Giulio Lorenzini per la difesa e Alessandra Rossi, nominata dall’avvocato Andrea Piccoli di Studio 3A, al quale si è affidata Galina Bacal, la mamma della vittima.

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 ??  ?? Irina Bacal, uccisa a vent’anni con un bimbo in grembo. A destra, l’omicida Mihail Savciuc Vittima e carnefice
Irina Bacal, uccisa a vent’anni con un bimbo in grembo. A destra, l’omicida Mihail Savciuc Vittima e carnefice

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