Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Truffa il parroco, casalinga a processo

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BELLUNO (fe.fa.) Diceva di chiamarsi Debora Decima, diceva di essere malata terminale di tumore e diceva perfino che l’azienda aveva deciso di licenziarl­a, visto che le rimanevano tre mesi di vita. Ieri è iniziato il processo per truffa a carico di Tecla De Pellegrin che si prese gioco del parroco di Cencenighe, don Giuseppe Bortolas riuscendo a farsi consegnare 98 mila euro. Durante l’udienza è emerso che l’imputata spendeva anche i nomi dei giudici bellunesi Umberto Giacomelli e Marcello Coppari, asserendo che il primo avrebbe dovuto decidere sulla causa di separazion­e della donna e il secondo garantire sulla sua possibilit­à di restituire quei soldi. Don Giuseppe ha raccontato come andarono le cose: la donna si era presentata in canonica, «chiedendom­i un prestito di 350 euro, poi di altri 200, con i quali avrebbe pagato la fornitura di gasolio. Ma le richieste di denaro sono continuate, perché diceva di aver un cancro e che l’azienda l’avrebbe licenziarl­a, poichè le rimanevano tre mesi di vita». La donna arrivò a presentars­i con delle macchie di sangue sulla camicetta, come per simulare una trasfusion­e di sangue. Si torna in aula il 29 maggio. É stato invece assolto Gualtiero Cesco Frare, 52 anni di San Pietro che rispondeva di oltraggio a pubblico ufficiale per aver detto al sindaco, Silvano Pontil Scala:«Ti imboschi le sanzioni».

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