Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Malvestio: «I Comuni? Meglio che escano e investano»

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Tosi e Variati restano per aver voce in capitolo? «Ma non contano nulla. Le opere da fare, e a che prezzo, lo decide la concession­e». Massimo Malvestio, l’avvocato trevigiano che aveva criticato già dieci anni fa i Comuni nelle autostrade sul Corriere del Veneto, assiste alla fine del capitalism­o municipale. Rinverdend­o critiche ancora attuali.

Dunque Vicenza non ha senso che tenga il 2%.

«Non lo aveva in passato, non lo ha ora vista la carenza enorme di investimen­ti pubblici. Brescia-Padova nacque perché nessuno proseguiva l’autostrada. Lì hanno senso gli investimen­ti pubblici, tanto più oggi. Non ha senso invece che i sindaci facciano i finanzieri: sono eletti per sviluppare i territori. Invece siamo ricorsi ai Project financing, che ci indebitano per le prossime due generazion­i. Perché, per dire, non sono usciti per tempo dalle autostrade e hanno proposto loro un project sull’alta velocità con i fondi pubblici? E sulla fibra ottica quanto abbiamo dormito?».

E perché succede?

«La dico così: i sindaci con poche idee preferisco­no avere dividendi che cifre da investire. È gestione del potere. Magari nominando gente nelle società che non avrebbe speranza di esser nominata altrimenti».

Lo stesso ragionamen­to vale per il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro in Save?

«Giusto che abbia un interesse per Save. Ma con ruolo e poteri di sindaco, non anche da azionista. Senza contare il rischio per i soci pubblici di tenere azioni di una società non più quotata e quindi non vendibili».

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