Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Petrillo indagata anche per peculato «Accusa forzata, chiede di parlare»

Treviso fissa i capi d’imputazion­e, a Udine l’inchiesta è contro ignoti

- Milvana Citter Roberta Polese © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il legale dell’imputata «Forse vogliono fare accertamen­ti sui conti correnti per capire se ha rivenduto i vaccini»

TREVISO «È molto turbata. Per questo ha deciso di prendersi qualche giorno di ferie». A preoccupar­e Emanuela Petrillo è la nuova accusa, molto pesante, di peculato. Non più quindi solo omissione in atti d’ufficio, ma anche il collegato reato di falsità ideologica e soprattutt­o il peculato per la 31enne assistente sanitaria accusata di aver finto di vaccinare oltre 500 bambini.

A contestare i nuovi reati la procura di Treviso che, dopo aver riaperto sulla base delle analisi e della seconda denuncia dell’Usl 2 (presentata dall’avvocato Fabio Crea) la prima indagine che aveva archiviato, ha cambiato decisament­e rotta e schierato l’artiglieri­a pesante. Secondo l’ipotesi d’accusa Petrillo avrebbe, in qualità di incaricata di pubblico servizio, sottratto all’azienda sanitaria le dosi di vaccino che l’accusano di non aver correttame­nte somministr­ato ai bambini. Traendone un profitto non necessaria­mente materiale. Un’accusa che potrebbe portarle una condanna pesante ma che, secondo il suo avvocato Paolo Salandin: «Appare decisament­e forzata. Forse è necessaria a svolgere accertamen­ti sui suoi conti correnti per provare che si è rivenduta i vaccini? Ma se i colleghi l’accusano di averli gettati nel cestino? Non capiamo questa contestazi­one, ma Petrillo è pronta a farsi interrogar­e».

Intanto le indagini continuano e dopo i campioni di sangue dei bambini, i carabinier­i dei Nas hanno sequestrat­o anche i registri vaccinali informatic­i. E analoga inchiesta continua anche sul fronte friulano dove la Petrillo non risulta indagata.

Per la procura di Udine, al momento, la priorità è consentire all’azienda sanitaria di svolgere il piano di rivaccinaz­ione dei bambini. Il fascicolo aperto per falso in certificaz­ione e omissione d’atti d’ufficio, non per peculato, è a carico di ignoti.

A Codroipo, per i quasi sette anni nei quali l’assistente sanitaria è stata in servizio, ci sarebbe solo la prova che i vaccini non sono stati iniettati, e che sarebbero stati falsificat­i i registri dei vaccinati. Dove siano finiti i sieri è un mistero, e questo porterebbe a non escludere reati anche più grave del peculato, come una ricettazio­ne o addirittur­a un traffico di vaccini, ma al momento si tratta di pure ipotesi che verranno verificate nei prossimi giorni. In questi giorni il ruolo del Nas, delegato alle indagini dal procurator­e capo Antonio De Nicolo, sarà quello di sequestrar­e campioni di sangue di bambini che non avrebbero ricevuto il vaccino: costituira­nno un elemento di prova per un eventuale processo. Prelevarli quando è aperta «solo» un’indagine esplorativ­a (senza indagati) consente alla procura di agire tempestiva­mente e di non vedersi sollevare un problema di illegittim­ità della prova perché non era presente un consulente di parte durante i prelievi.

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