Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Petrillo indagata anche per peculato «Accusa forzata, chiede di parlare»
Treviso fissa i capi d’imputazione, a Udine l’inchiesta è contro ignoti
Il legale dell’imputata «Forse vogliono fare accertamenti sui conti correnti per capire se ha rivenduto i vaccini»
TREVISO «È molto turbata. Per questo ha deciso di prendersi qualche giorno di ferie». A preoccupare Emanuela Petrillo è la nuova accusa, molto pesante, di peculato. Non più quindi solo omissione in atti d’ufficio, ma anche il collegato reato di falsità ideologica e soprattutto il peculato per la 31enne assistente sanitaria accusata di aver finto di vaccinare oltre 500 bambini.
A contestare i nuovi reati la procura di Treviso che, dopo aver riaperto sulla base delle analisi e della seconda denuncia dell’Usl 2 (presentata dall’avvocato Fabio Crea) la prima indagine che aveva archiviato, ha cambiato decisamente rotta e schierato l’artiglieria pesante. Secondo l’ipotesi d’accusa Petrillo avrebbe, in qualità di incaricata di pubblico servizio, sottratto all’azienda sanitaria le dosi di vaccino che l’accusano di non aver correttamente somministrato ai bambini. Traendone un profitto non necessariamente materiale. Un’accusa che potrebbe portarle una condanna pesante ma che, secondo il suo avvocato Paolo Salandin: «Appare decisamente forzata. Forse è necessaria a svolgere accertamenti sui suoi conti correnti per provare che si è rivenduta i vaccini? Ma se i colleghi l’accusano di averli gettati nel cestino? Non capiamo questa contestazione, ma Petrillo è pronta a farsi interrogare».
Intanto le indagini continuano e dopo i campioni di sangue dei bambini, i carabinieri dei Nas hanno sequestrato anche i registri vaccinali informatici. E analoga inchiesta continua anche sul fronte friulano dove la Petrillo non risulta indagata.
Per la procura di Udine, al momento, la priorità è consentire all’azienda sanitaria di svolgere il piano di rivaccinazione dei bambini. Il fascicolo aperto per falso in certificazione e omissione d’atti d’ufficio, non per peculato, è a carico di ignoti.
A Codroipo, per i quasi sette anni nei quali l’assistente sanitaria è stata in servizio, ci sarebbe solo la prova che i vaccini non sono stati iniettati, e che sarebbero stati falsificati i registri dei vaccinati. Dove siano finiti i sieri è un mistero, e questo porterebbe a non escludere reati anche più grave del peculato, come una ricettazione o addirittura un traffico di vaccini, ma al momento si tratta di pure ipotesi che verranno verificate nei prossimi giorni. In questi giorni il ruolo del Nas, delegato alle indagini dal procuratore capo Antonio De Nicolo, sarà quello di sequestrare campioni di sangue di bambini che non avrebbero ricevuto il vaccino: costituiranno un elemento di prova per un eventuale processo. Prelevarli quando è aperta «solo» un’indagine esplorativa (senza indagati) consente alla procura di agire tempestivamente e di non vedersi sollevare un problema di illegittimità della prova perché non era presente un consulente di parte durante i prelievi.