Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cassa Rurale e Artigiana Assemblea «bulgara» per l’alleanza con Trento
Cortina: 939 voti all’unione con Ccb, 27 a Iccrea-Roma
CORTINA D’AMPEZZO Alla fine la Cassa Rurale e Artigiana di Cortina ha preso la direzione di Trento. Ieri l’assemblea dei soci, tra «Cassa Centrale Banca» (Ccb) della vicina Provincia autonoma e «Iccrea Banca di Roma», ha scelto la prima. Con un’ampia maggioranza, quasi bulgara. I numeri sono stati resi noti solo nella tarda serata: i voti espressi a favore dell’opzione trentina sono stati circa 939, contro 27 per Roma e 3 astenuti.
«Voglio credere - ha affermato Massimo Antonelli del Cda (Consiglio di amministrazione) - che i soci abbiano voluto dare fiducia al Consiglio che, sulla vicenda, si era già espresso».
L’assemblea è stata molto partecipata. La questione è quella della riforma del credito cooperativo. In pratica si è introdotto l’istituto del «Gruppo bancario cooperativo», composto da una banca capogruppo in forma di società per azioni (Spa con un patrimonio netto di almeno un miliardo di euro), dalle banche di credito cooperativo (Bcc) affiliate alla capogruppo attraverso un contratto (detto «di coesione»), nonché da altre società bancarie, finanziarie e strumentali. Ora, nel movimento cooperativo italiano sono nati tre poli di aggregazione: Iccrea Banca di Roma, Cassa Centrale Banca di Trento e Cassa Centrale Raiffeisen, con sede a Bolzano, alla quale però possono aderire solo le Casse Raiffeisen dell’Alto Adige. Dunque la scelta era fra le prime due. Il Cda ampezzano, dopo aver valutato i documenti delle due capogruppo, aveva optato per l’adesione al progetto trentino. «È più consono al nostro modo di fare banca» avevano fatto sapere dal Cda.
Comunque la scelta trentina implica l’apertura del portafoglio, quella per Roma no. Iccrea ha già un capitale di un miliardo e 700 milioni di euro, ben al di là di quello richiesto dalla legge di riforma invece Cassa Centrale Banca conta di raggiungere il miliardo con le quote delle partecipate. In pratica, l’adesione comporta un investimento di nove milioni di euro.
Ieri l’altro il presidente della Cassa Rurale, Alberto Lancedelli, aveva affermato che «la somma non rappresenta un regalo, ma un investimento in quote sociali che in futuro rientreranno nelle nostre casse». Si tratta di sottoscrivere un aumento di capitale. Ieri sera l’ha messa così: «Anzitutto ci è piaciuto il progetto industriale di Cassa Centrale Banca. Poi con quest’ultima ci sono vantaggi sia in termini di costo del personale che di margine di intermediazione. Infine, con Trento abbiamo in comune il tipo di gestionale, che quindi non dobbiamo cambiare». Secondo Lancedelli la riforma porterà «a un sistema più solido, virtuoso e competitivo».